{{IMG_SX}}Ferrara, 31 marzo 2008 - Stagione 1972-1973: la Spal di Mario Caciagli ritorna in B al termine di un emozionante duello con il Giulianova di Gibì Fabbri. Domenica i biancazzurri tornano a Giulianova a distanza di 36 anni, ma quella sfida di allora è rimasta per tutti indimenticabile. Primo tra tutti per Gibì Fabbri. "Fu una vera battaglia - ricorda il mister, oggi 82enne, mentre sta seguendo le ultime battute del motomondiale: la vinse il presidente Mazza, purtroppo mi prese Pezzato che volevo io, ma i miei dirigenti del Giulianova dissero che non volevano andare in B e così arrivò a Ferrara e fece 22 gol più una quindicina di rigori; da una parte a me dispiaceva, dall’altra ero contento per la Spal.

 

Purtroppo fummo battuti alla fine, da un segretario". Un segretario? "Sì, uno che faceva il geometra e aveva tirato su tutti i pali del cimitero storti. All’ultima partita, infatti, giocavamo a Empoli e lui mise fuori un cartello, in vista della semifinale di Coppa Italia del giovedì dopo: lui, che era il nostro segretario, scrisse sul cartello che noi eravamo secondi e giocavamo contro l’Avellino che era primo nel girone C. Figurarsi i miei giocatori! Ci misi tre quarti d’ora a convincerli a giocare lo stesso a Empoli, perchè volevano andare via. Alla vigilia si era anche sposato Bertuccioli, con il mio permesso, che giocò benissimo. Purtroppo perdemmo 2-0. Ma la Spal, indipendentemente da questo episodio, era molto forte e meritava.

 

Comunque a Giulianova - prosegue il mister, cambiando... argomento - sono stato benissimo: ho fatto dieci mesi a pesce mezzogiorno e sera, c’era un armatore che non mi lasciava mangiare da solo; quando a mezzogiorno volevo stare leggero per l’allenamento del pomeriggio mangiavo delle aragostine con gli scampetti, robetta leggera; poi alla sera arrivavano di quei cabaret che potrei ricordare uno a uno... Una volta ci ho portato tutto il Vicenza, andavamo a giocare a Pescara e ci fermammo a Giulianova: a casa sua ci siamo presentati a mangiare in 27, tutto il Vicenza al venerdì sera; poi modestamente vincemmo a Pescara col gol di un terzino, Lelj, e di Paolo Rossi: 2-0".

 

La riscossa della Spal quell’anno partì proprio da Giulianova... "E sì... la Spal quell’anno venne a Giulianova ed era nelle ultime posizioni: da lì cominciò a venir su, quella partita era a fine dell’andata, c’era del fango. La mia squadra aveva giocatori giovanissimi, Renato Curi era 19enne, il portiere Tancredi addirittura aveva 17 anni ed aveva ancora paura in porta; come centravanti opresi Santonico dall’Avellino, aveva fatto 5 gol in 2 anni, con me ne fece 16; all’ala sinistra giocava Ciccotelli, un ragazzo che faceva dei gol (12), misi Bertuccioli mediano, c’era Giorgini e il papà di Agostinelli. Quando venimmo a Ferrara e facemmo 0-0 fu una gran partita, la Spal era squadra solida, robusta; a fine stagione a Giulianova mi corsero dietro con l’assegno in mano, ma venne l’ingegnere De Giorgi del Livorno e andai là".

 

Passiamo ai giorni nostri: lei quest’anno ha visto molte partite, non le ultime però: impressioni? "Vincere è sempre difficile, ma per me ci vorrebbero più occasioni da gol: se in una partita ne hai cinque, due-tre gol li puoi fare; se ne hai dieci, ne puoi fare quattro o cinque; serve più convinzione, invece vedo i giocatori titubanti; ci vuole la convinzione di andare a offendere che, moltiplicata sempre per undici, porta occasioni e gol. Qualche volta sono andato via un po’ prima, deluso per quello che vedevo: poi mi dicevo che era quarta serie e allora mi consolavo da solo".

 

Nei play off cosa può succedere? "Tutto: mi ricordo quando andavo a giocare con squadre di provincia a Milano, Roma o Torino; sembravamo battuti, e invece ho vinto a Milano, Napoli, Roma, Torino, Firenze... Con la Juventus eravamo 1-1 ed a quattro minuti dalla fine abbiamo vinto con il gol di un terzino, Marangon, su passaggio di un altro terzino! Avessimo preso gol in contropiede sai le critiche... ".