Forlì, 7 maggio 2010 - «Il caso dei motociclisti morti al Muraglione faccia riflettere gli appassionati e le autorità.». Giordano Biserni, presidente nazionale dell’Associazione amici della Polstrada (Asaps) che associa 30mila poliziotti italiani, non fa una predica, porta dati: «Il numero delle vittime su due ruote in Italia è impressionante: 14mila morti e 860mila feriti negli ultimi 10 anni. Neppure le truppe americane in Iraq e Afghanistan hanno contato in questo decennio tante vittime e feriti. Ormai è più pericoloso per un motociclista viaggiare lungo i passi del Muraglione, Cisa, Calla, Futa che per un soldato americano andare a Bagdad».

Fino ad aprile l’Asaps aveva registrato un calo della mortalità dei motociclisti, nei fine settimana, del 30% rispetto allo scorso anno, forse grazie all’inverno lungo e piovoso. E’ bastato un mezzo weekend col sole per ribaltare la situazione, con ben 13 morti fra i motociclisti.

Biserni si pone le domande che si fanno tutti: «Si può continuare in questo modo? E’ possibile che la SS 67, magari per colpa di pochi, diventi una statale ansiogena per le persone tranquille, per gli abitanti di Dovadola, Rocca San Casciano, Portico e San Benedetto?».

Per il presidente dell’Asaps «le nostre strade sono ormai ai limiti, con buche, vie d’uscita occupate da segnali, guard-rail taglienti come rasoi, ma dobbiamo parlare anche della produzione di moto con potenze da pista, che in prima fanno i 130 chilometri orari, vanno da 0 a 100 in meno di 4 secondi e raggiungono anche i 300 chilometri orari». Una generazione intera sta pagando costi incredibili con vite perdute e invalidità permanenti che determinano costi sbalorditivi per la sanità».

Il presidente dell’Asaps denuncia «l’indebolimento del distaccamento Polizia Stradale di Rocca, che va rimesso in organico subito (dai 9 agenti ai 15 di prima), senza attendere altre tragedie». Biserni invoca anche «l’installazione di autovelox e telelaser col supporto delle varie forze di polizia statale e locale, nonché la sistemazione immediata dei punti critici e pericolosi della 67».

E conclude: «Non basta uno schieramento di motociclisti fuori dalla chiesa, che salutano un amico deceduto con un’accelerazione, un rombo di cordoglio e ricordo, perché quel rombo non potrà mai coprire le responsabilità che sono di tanti».