{{IMG_SX}}Rimini, 1 aprile 2009 -  Un aeroporto che, adesso, può finalmente aprire le sue porte a tutto il mondo. Lo può fare grazie all’accordo di cooperazione che è stato firmato ieri sera tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini e il segretario (sempre agli Esteri) di San Marino, Antonella Mularoni.

 


Dopo anni di accordi con intenti formali che necessitavano di eterne 'note a verbale', l’aeroporto ‘Fellini’ sarà adesso a tutti gli effetti lo scalo internazionale Rimini-San Marino. Con tutti i vantaggi che possono derivare dall’avere come partner uno Stato a tutti gli effetti che può fare richieste, magari di qualche slot rimasto libero, da pari a pari.

 


Non nasconde la soddisfazione Massimo Masini, presidente di Aeradria, il quale valuta positivamente le dichiarazioni di Gabriele Gatti (segretario all’Industria sammarinese, ndr), anche relativamente a un aumento della partecipazione del Titano alla società aeroportuale: dall’attuale tre per cento si potrebbe arrivare anche a un venti per cento.

 


Di fatto, con il nuovo accordo, la Repubblica di San Marino può iscrivere nel suo registro aerei da trasporto, questo significa che può avere una o più compagnie di bandiera, quindi decidere rotte commerciali, naturalmente con un occhio attento al mercato e allo sfruttamento di quello che è già un bacino potenziale per le aree romagnole e marchigiane. Da non dimenticare i vantaggi che possono derivare dal potenziamento del traffico merci, con un’area doganale che sarà tutta sammarinese.

 


E’ naturale che la conseguenza di tutto questo — almeno a livello potenziale — è un più che notevole aumento del numero di passeggeri e di merci in arrivo e in partenza dall’aeroporto internazionale Fellini. Che a questo punto pensa anche di collocarsi su qualche interessante hub europeo: città potenzialmente appetibili Vienna o Monaco. O forse tutte e due.