Rimini, 3 febbraio 2010 - Ci sono voluti quattro lunghi mesi per scoprire il bluff. Solo ieri mattina Adriano Braschi ha detto basta, ponendo drasticamente fine a un’estenuante telenovela che andava avanti dall’1 ottobre scorso. "E’ saltato tutto", ha detto il presidente del Basket Rimini, dopo che anche l’ultimatum era caduto nel vuoto.

"Proprietaria della società rimane la public company Rimini Sport, il signor Bergamini non ha onorato i suoi impegni – dichiara il massimo dirigente dei granchi –. Ho con me due suoi assegni: il più piccolo, da 168mila euro, l’ho messo in banca e mi è tornato indietro, essendo scoperto; l’altro, da 450mila euro, devo ancora versarlo, però temo che il risultato sarà il medesimo...", scuote la testa Braschi, logorato da questa estenuante, quanto infruttuosa, vicenda. "Ho perso 7 kg, mia moglie è anche contenta... In questo momento mi sento comunque più rilassato, anche se la montagna da scalare è alta".

Un picco indubbiamente altissimo, con la prima, stringente emergenza: riuscire a terminare il campionato di Legadue, arrivare cioè fino a maggio, quando le casse sono desolatamente vuote. "Già, quello adesso diventa l’imperativo. Oggi stesso mi incontrerò con l’amministrazione comunale per fare il punto, per cercare di reperire risorse, confidando in una risposta concreta della città e delle sue forze imprenditoriali".

"Perché questa squadra è un patrimonio di Rimini", sostiene Braschi, che ha ‘rotto’ con Luca Bergamini ma non con Giancarlo Grossi, nel senso che il logo di Riviera Solare continuerà a fare bella mostra sulle canottiere dei granchi. "Rimarrà come sponsor, entro fine mese la società riceverà 300mila euro. E le garanzie che ho a riguardo sono ottime, posso mettere la mano sul fuoco", si sbilancia il presidente.

Si conclude dunque con una frattura questa stucchevole trattativa, storia cominciata, come detto, in una tiepida mattinata di inizio ottobre. Con una tambureggiante discesa in campo, Luca Bergamini, affiancato da Alberto Bucci, illustrò trionfalmente i progetti per il Basket Rimini, le ambizioni di serie A, addirittura la possibilità di ritagliarsi una nicchia in qualche coppa europea... Riviera Solare era il marchio, alcune aziende alle spalle dovevano reggere l’iniziativa.

Per il 28 ottobre venne fissata l’ufficializzazione, appuntamento che glissò subito al 16 novembre: ma anche la seconda data scivolò via così, cominciando a sollevare più di una perplessità fra tifosi e addetti ai lavori. Da lì in avanti, per un mesetto, fu tutto un succedersi di rinvii, slittamenti, con Bergamini che rassicurava comunque tutti, parlando di questioni burocratiche, di tempi tecnici per definire un certo tipo di operazioni. E intanto la puzza di bruciato si diffondeva sempre più.

Il solito Braschi garantì - nella conferenza stampa del 14 dicembre - che tutto era risolto, che non c’erano più problemi di sorta, con la definizione del passaggio di proprietà che si sarebbe concretizzata entro e non oltre la fine dell’anno. Ma anche allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre nessuna zucca si trasformò in una splendente carrozza. E ancora ripetuti slittamenti in gennaio, con le solite, imbarazzanti frasi di circostanza, "...ci aggiorniamo a lunedì" e via dicendo, fino all’epilogo – scontato e tardivo – di ieri mattina.

Ma è possibile che sia servito così tanto tempo per rendersi conto del bluff? "Dubbi li ho avuti anch’io, da sempre, ma nella posizione in cui eravamo non c’erano troppe scelte a disposizione - ammette Braschi -. Avevo preso visione di alcuni documenti, sulla carta i soldi c’erano... Confidavo di aver fatto il grande colpo e invece così non è stato", mastica amaro il presidente dei granchi, più deluso che arrabbiato per l’epilogo di questa vicenda. E adesso l’impresa, quasi come centrare un canestro da metà campo, sarà reperire 800mila euro, tanti ne servono per riuscire a completare la stagione (attenzione: i 300mila euro di sponsorizzazione non vanno a coprire quella cifra, chiudono solo altri buchi).