Venerdì 19 Aprile 2024

Tribunale riconosce l'adozione di una bimba da parte di una coppia gay. E' la prima volta

La coppia ha avuto una bimba all'estero con procreazione assistita eterologa. Il Tribunale ha accolto il ricorso presentato per ottenere l'adozione della figlia da parte della mamma non biologica. Giuristi cattolici: fuga in avanti. Giovanardi: decisione eversiva

Coppia gay (foto Ap)

Coppia gay (foto Ap)

Udine, 29 agosto 2014  - Per la prima volta in Italia il Tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto l'adozione di una bimba che vive in una coppia omosessuale (lesbiche). La piccola è figlia biologica di una sola delle due conviventi, entrambi libere professioniste. Si tratta del primo caso in Italia di "stepchild adoption". A renderlo noto è l'avvocato Maria Antonia Pili, presidente dell'Associazione italiana avvocati famiglia e minori (Aiaf) Friuli. 

La coppia, che vive a Roma dal 2003, ha avuto una bimba all'estero anni fa con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa. Il Tribunale ha accolto il ricorso presentato per ottenere l'adozione della figlia da parte della mamma non biologica, la "stepchild adoption", già consentita in altri Paesi. Le due donne, sposate all'estero, si erano rivolte all'Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l'adozione. 

LA COPPIA: "VITTORIA DEI BAMBINI" - "Siamo felici, quasi incredule, di questo risultato che era atteso da anni e che rappresenta una vittoria dei bambini", ha dichiarato la coppia attraverso l'avvocato Maria Antonia Pili. "Vittoria dei bambini e di tutti quei minori che si trovano nella stessa situazione della nostra bimba. Speriamo - hanno ancora dichiarato le due mamme - che questa sentenza possa aiutarli; suggeriamo alle tante altre coppie omogenitoriali di uscire allo scoperto". Mantenuto il massimo riserbo su ogni notizia riguardante la vita privata delle due donne, anche perchè, hanno fatto sapere, "dobbiamo tutelare la bimba, alla quale dovremo spiegare il significato di questo passaggio per tutta la famiglia".

CASSAZIONE: UN CASO SIMILE - La decisione del Tribunale per i Minorenni di Roma ha una stretta assonanza con quanto stabilito dalla Cassazione, che l'11 gennaio 2013 diede il via libera alla possibilità che i figli siano cresciuti da coppie gay, quando non è a rischio il corretto sviluppo del minore. In quella circostanza, gli ermellini respinsero il ricorso di un immigrato mussulmano: quest'ultimo aveva contestato la decisione con cui la Corte d'Appello di Brescia, nel 2011, aveva affidato in via esclusiva il figlio minore, che lui aveva avuto dalla sua ex compagna, alla donna, la quale nel frattempo aveva iniziato una relazione con una donna e con lei era andata a vivere. Secondo l'uomo era dannoso che il minore fosse educato in un contesto omosessuale. Ma la Cassazione gli diede torto stabilendo che contestare tale decisione senza "certezze scientifiche o dati di esperienza", ma solo avanzando "il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale" dà "per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto famigliare".

FAMIGLIE ARCOBALENO: INFRANTO TABU' - Una sentenza storica che infrange un tabù: è stato il commento delle Famiglie Arcobaleno, l'associazione nazionale dei genitori omosessuali e transessuali. "Tutta l'associazione e migliaia di coppie con figli in Italia - ha spiegato la presidente Giuseppina La Delfa - aspettavano questa sentenza. Il giudice ha tenuto conto dell'assoluta preminenza dell'interesse del minore: chi può negare che l'interesse supremo del minore è essere tutelato da entrambi i genitori?". L'associazione sottolinea che sono sempre più numerose le coppie omogenitoriali con figli che all'estero risultano essere famiglie a tutti gli effetti e che la battaglia per il riconoscimento dei figli è iniziata da un po' anche in Italia, sia presentando domanda di trascrizione degli atti stranieri in Italia, sia, come in questo caso, appellandosi al buon senso ed all'umanità, nonché al miglior interesse dei bambini. "Siamo molto felici e facciamo i migliori auguri alla famiglia - ha aggiunto La Delfa - finalmente riconosciuta dalle leggi dello Stato. Siamo migliaia ad aspettare di sistemare la questione della protezione dei minori e dei coniugi non riconosciuti dalle possibili crisi e nei casi della vita: perché lo Stato obbliga i cittadini omosessuali che vogliono assumersi responsabilità ad agire presso i Tribunali, con dispendio di tempo e denaro e creando ulteriori discriminazioni? Lo Stato ha il dovere di rispondere alle esigenze di milioni di cittadini e dei loro figli. Renzi ha promosso la legge con la stepchild adoption per settembre, fra due giorni", ha concluso La Delfa.

SCALFAROTTO: "CI PENSI LA LEGGE" - "La magistratura ha aperto la strada, ora bisogna che a questi casi pensi la legge", ha detto il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto. "Governo e Parlamento colgano la lezione", aggiunge.

GIURISTI CATTOLICI - Parla invece di una "fuga in avanti", anzi, una "sentenza di tipo ideologico che crea un paradigma presente in altri Paesi, dove però c'è una legge che lo riconosce", il giurista Francesco D'Agostino, docente di Filosofia del diritto all'Università di Roma Tor Vergata e presidente dell'Ugci (Unione giuristi cattolici italiani). Per D'Agostino "si sta confermando con evidenza che le più grandi decisioni di carattere etico e bioetico in Italia le prendono i giudici anzichè il legislatore", con una serie di conseguenze che minano la democrazia. "Solo il popolo, attraverso i suoi rappresentanti, può decidere in merito - sottolinea -. E se posso accettare, seppure con fatica, una legislazione in materia bioetica che vada contro i miei valori, poichè è stata assunta da un parlamento che rappresenta la maggioranza della popolazione, di sicuro non posso accettare che soggetti senza una legittimazione politica prendano decisioni irreversibili e facciano opinione pubblica". "Se il Parlamento approva una legge ingiusta, perlomeno - conclude il giurista - si può richiedere un referendum per abrogarla, mentre in questo caso il popolo non puo' fare nulla: siamo all'antitesi della democrazia".

GIOVANARDI - Bocciatura anche da parte del senatore di Ncd, Carlo Giovanardi, che parla di sentenza "eversiva". Tale sentenza, per Giovanardi, "scardina i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico scolpiti nella Costituzione e dalle Leggi votate dal Parlamento, naturalmente in democrazia la volontà popolare può arrivare con le procedure idonee a cambiare costituzioni e leggi: ma questo non può avvenire con sentenze creative di questo o quel giudice che ne dovrebbe rispondere civilmente per un utilizzo del tutto arbitrario della loro funzione". "Come il caso 'Stamina' ha dimostrato - prosegue Giovanardi - l'anarchia delle sentenze giudiziarie, che contraddicono decisioni del Governo e del Parlamento creano una situazione di caos indegna di un paese civile".