Roma, 26 marzo 2015 - Al momento sull'aereo Germanwings caduto in Francia e sul perché il co-pilota si sia barricato in cabina ci sono solo ipotesi. Ma se a prevalere fosse quella del sucidio, allora non si tratterebbe del primo caso.
Un primo precedente si verificò il 9 febbraio del 1982 quando un DC-8 della 'Japan airlines' precipitò in mare poco prima di atterrare all'aeroporto Haneda di Tokyo per colpa di una manovra errata fatta deliberatamente dal comandante Seiji Katagiri. La commissione d'inchiesta appurò che l'uomo - il quale, soffriva di disturbi nervosi - nonostante un tentativo di intervento di altri due membri dell'equipaggio, aveva invertito la spinta dei motori a 300 metri dalla pista, facendo precipitare l'aereo in mare. Nell'incidente morirono 24 persone e 150 rimasero ferite.
Nell'agosto del 1994, l'Atr-42 della Royal Air Maroc, con 44 persone a bordo, tra cui 8 italiani, precipitò vicino Agadir. L' aereo era diretto a Casablanca. Il 'cockpit voice recorder', il registratore delle conversazioni di cabina, rivelarono che fu il comandante, Younis Khayati, a causare l'incidente nonostante i tentativi disperati del co-pilota, Sofia Figuiqui, la quale dopo aver lanciato per ben tre volte il 'may-day', cercò invano di bloccare il comandante.
Infine nell'ottobre del 1999, il volo 990 della EgyptAir, partito da New York e diretto al Cairo con 217 persone a bordo, precipitò nell'Oceano Atlantico, al largo dell'isola di Nantucket (Massachusetts), subito dopo il decollo. L'inchiesta della Ntsb (National transportation security board, l'agenzia federale americana che indaga sui disastri aerei) stabilì che il volo fu intenzionalmente sabotato da Gameel El-Batouty, il co-pilota il quale, secondo gli americani aveva manifestato propositi suicidi. Una tesi mai accolta dal Cairo.