Aggredito con l'acido a Milano: nuovi arresti per Martina, Alexander e Andrea. "Più pericolosi dei mafiosi"

Si tratta delle conclusione a cui sono giunti gli investigatori della Polizia di Stato che stamani hanno recapitato ai tre un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. I tre vengono definiti "serial killer", avevano anche "fucili a vernice per colpire altre vittime"

Alexander Boettcher e Martina Levato in tribunale con la polizia penitenziaria

Alexander Boettcher e Martina Levato in tribunale con la polizia penitenziaria

Milano, 18 aprile  2015 - La "coppia diabolica" Martina Levato e Alexander Boettcher, e il complice Andrea Magnani, già detenuti per le lesioni gravissime causate con l'acido al ventiduenne Pietro Barbini formavano una vera e propria banda. È questa la conclusione a cui sono giunti gli investigatori della Polizia di Stato che stamani hanno recapitato ai tre un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano. Secondo le risultanze delle indagini, coordinate da Alberto Nobili e Marcello Musso, i tre avrebbero costituito una vera e propria associazione per delinquere responsabile dell' aggressione ai danni di altre due persone. La Levato, inoltre, è accusata anche di un tentativo di evirazione, avvenuto il 19 maggio scorso, in danno di uno studente della Cattolica, con cui la donna aveva avuto una breve relazione sentimentale. Intanto, l'avvocato Ermanno Gorpia ha rinunciato al mandato di difesa di Alexander Boettcher, per protesta in quanto a suo dire gli è stato impedito un colloquio in mattinata con l'ormai ex assistito in carcere a San Vittore.

"COPPIA PIU' PERICOLOSA DEI MAFIOSI! - In un passaggio dell’ordinanza del gip di Milano Giuseppe Gennari, emessa su richiesta del pm Marcello Musso nei confronti di Martina Levato, Alexander Boettcher e Andrea Magnani si legge: "Chi scrive ha avuto a che fare con delinquenti di ogni livello e categoria. Mafiosi, 'ndranghetisti, rapinatori a mano armata, terroristi pronti a uccidere persone inermi, assassini di professione. Ebbene, mai si è avvertita una percezione di così intenso pericolo». Secondo il gip, infatti, "spaventosamente intense, più che eccezionali, sono le esigenze cautelari concernenti il pericolo di reiterazione della condotta criminosa». Questo pericolo, si legge ancora nell'ordinanza, "è il prodotto del vuoto che pervade l'animo dei tre protagonisti e che li spinge ad agire con uno sprezzo assoluto per i fondamentali valori comuni alla specie umana". Per arrivare all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti della studentessa bocconiana, del broker immobiliare e del loro presunte complice, già finiti in carcere per aver sfigurato con l'acido Pietro Barbini lo scorso dicembre e ora destinatari di misura cautelare per altre aggressioni, è stata condotta un'indagine con metodi anti-mafia. Secondo gli inquirenti, infatti, c'è stata in questa inchiesta un'estensione di quel metodo di indagine e delle sensibilità usate per procedimenti contro la mafia. La coppia e Magnani devono rispondere oltre che dell' aggressione a Barbini anche di aver sfigurato per uno scambio di persona lo studente Stefano Savi il 2 novembre scorso e di aver tentato di aggredire con l'acido anche il fotografo Giuliano Carparelli, a metà novembre. La studentessa, in particolare, deve rispondere di un totale di nove capi di imputazione relativi ai tre episodi ed anche al tentativo di evirare un altro studente nel maggio 2014.

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"I TRE SONO SERIAL KILLER" - "I tre sono serial killer" e per loro "evidentemente colpire il viso delle vittime serve a cancellare la loro identità e quindi a cancellarle dalla vita di Martina Levato". Lo scrive il gip di Milano Giuseppe Gennari. Nell'ordinanza si legge anche che la cosiddetta 'coppia diabolica', con l'aiuto del basista Magnani, per oltre un mese, dalla metà dello scorso ottobre e fino a fine novembre, avrebbe cercato di colpire e sfigurare il fotografo Giuliano Carparelli il quale, a metà novembre, riuscì a proteggersi con un ombrello dal lancio della sostanza corrosiva. E tra questi tentativi di aggredire Carparelli "vi è l'orrenda parentesi - spiega il giudice - dell'errore di persona", la "storia, allucinante" di Stefano Savi, sfregiato il 2 novembre scorso perché scambiato per Carparelli. 

"MARTINA DISSE 'ALEX DEVE SAPERE'" - "Alex aveva cominciato a pretendere che lei gli indicasse tutti i nomi dei ragazzi con cui aveva avuto delle storie intendendo anche persone con cui si era scambiata anche un semplice bacio. Mi disse che Alex voleva sapere tutto di lei e secondo lei era giusto così". È un passaggio di una testimonianza resa agli inquirenti da un amico di Martina Levato. "Era secondo me un pò 'fusa' - ha aggiunto - eppure non si è mai drogata ma credo che abbia proprio perso la testa. Proprio a Praga (durante una vacanza nella primavera 2014, ndr) si fece tatuare la parola 'Alexander' sul seno sinistro e questo lo diffuse poi su 'facebook' in agosto 2014 unitamente alla immagine della lettera 'À tatuata sulla guancia destra". Martina, sempre secondo il teste, "ha iniziato a farmi insistentemente domande sul ragazzo con cui si era baciata in discoteca al Divina la sera di metà febbraio" del 2014. Si tratta di Giuliano Carparelli, fotografo che la coppia, assieme al presunto complice, avrebbe provato ad aggredire con l'acido a più riprese, senza mai riuscirci. L'unica "colpa" di Carparelli, scrive il gip nell' ordinanza, "sta nel fatto di avere ovviamente accondisceso agli approcci sessuali di Martina Levato", mentre Boettcher voleva "cambiare il registro della relazione e quindi Martina» doveva «riavvolgere il passato e punire le sue debolezze". Così è stato, spiega il giudice,"«per Margarito, così per Carparelli, così per Barbini e così per i tanti altri che erano nella lista della coppia. Il filo conduttore delle relazioni sessuali occasionali - conclude il gip - lega saldamente tutte queste persone a Martina Levato".

"MARTINA MANIPOLATRICE, NON PLAGIATA" - Martina Levato sarebbe stata "tutt'altro che plagiata dal Boettcher". Lo scrive il pm di Milano Marcello Musso nella richiesta di custodia cautelare a carico dei tre giovani, nella quale evidenzia anche la "mancanza di scrupoli sessuali" della ragazza e le "sue menzogne volte a manipolare ed a coprire gli inganni". La coppia, infatti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe aggredito con l'acido una serie di persone che erano entrate in contatto con la studentessa, mettendo in atto una sorta di azioni "purificatorie". Si deve concludere, scrive il pm, "giudicando che la Levato, tutt'altro che plagiata dal Boettcher, semmai ha comportamenti sessuali anomali o bizzarri, ma liberamente scelti e variati in relazione ai diversi partner ed ai dissimili 'appetiti' che le suscitano; comportamenti che si distinguono dalla perversione sessuale perché si tratta di comportamenti che due partner decidono di assumere liberamente se lo desiderano, e non possono essere ritenuti patologici". Nella "ricostruzione probatoria che si sta conducendo - spiega il pm - del circuito di relazioni emerso tra i primi due indagati e le vittime dei gravi delitti in esame, all'interno della coppia Levato-Boettcher e verso l'esterno, risulta centrale la menzogna, caratteristica fondamentale della comunicazione della Levato".

"ACIDO PER PURIFICARE LA STORIA" -  Nella sua ordinanza, il Gip del Tribunale di Milano Giuseppe Gennari spiega che Boettcher, "forte di una personalità prevaricante, è colui che inocula in Martina l'idea del pentimento e della purificazione, colui che annuncia che Martina - per mantenere il privilegio della relazione con lui - dovrà fare qualcosa di grave, dovrà andare addirittura in carcere". Ma è la Levato, "vestale del fatuo culto di Boettcher", che "s'ingegna in ogni modo per rintracciare i suoi obiettivi, recuperandoli dal suo turbolento passato sessuale. Poi, quando si tratta di agire, l'ubbidiente Martina si trasforma in un freddo esecutore di folli crimini. E' lei che, sempre con la borsa Eastpak a tracolla, si aggira per le strade armata di litri di acido che getta in viso ai malcapitati di turno. D'altronde è lei la peccatrice e quindi è lei che deve espiare. Cioè, è nella logica necessaria del delitto, che sia Martina a cancellare i suoi errori cancellando il viso dei suoi amanti fugaci".

A sinistra Andrea Magnani in tribunale scortato da carabinieri e agenti di custodia

"FUCILI A VERNICE PER COLPIRE VITTIME" - Nell’ambito dei loro "piani di azione" per "punire" con l’acido "tutti i ‘ragazzì con i quali" la studentessa Martina Levato "aveva avuto precedenti rapporti di tipo sessuale, od anche semplici effusioni (scambio di baci o altro)", la ragazza e il suo amante Boettcher avevano anche acquistato "fucili a vernice, al fine di migliorare la capacità offensiva e la precisione nel colpire il volto delle vittime". Lo si leggesempre  nell’ordinanza di custodia cautelare. Secondo il gip, "il Boettcher consigliava alla Levato le strategie difensive da adottare, anche impartendole istruzioni sulle scelte degli avvocati da nominare". Il reato di associazione per delinquere è aggravato poiché Levato, Boettcher e il presunto complice Andrea Magnani agivano "sulle pubbliche vie con strumenti da considerare armi: acido corrosivo, spray urticante al peperoncini, coltello e martello".

"MARTINA ACCOLTELLO' A SANGUE FREDDO" -  È "veramente stupefacente" come "una ragazza della sua età, senza esperienza criminale" sia stata "capace" di colpire "a sangue freddo" un "inerme ragazzo colpevole di nulla, anzi un amico, con modalità brutalmente cruente", perché "accoltellare a freddo una persona non è una cosa banale". Lo scrive il gip nel 'capitolò relativo al tentativo da parte della studentessa di evirare nel maggio 2014 lo studente dell' Università Cattolica, Antonio Margarito. È una cosa, spiega il giudice, "che poche persone sono in grado di fare. È anche peggiore del tirare l' acido. Tirando l' acido - aggiunge - non hai bisogno del contatto fisico, non provochi sangue e puoi anche non vedere immediatamente gli effetti della tua condotta. Ma avere a fianco un ragazzo, farlo spogliare, simulare una masturbazione e poi prendere un coltello e affondarlo non è per niente banale".

L'AVVOCATO - «Stamattina, quando ho saputo che era stata notificata una nuova ordinanza, sono andato in carcere per parlare con il mio assistito, ma non mi hanno fatto entrare con una grave violazione del diritto di difesa e per questo ho deciso di rinunciare al mandato». Con queste parole l'avvocato Ermanno Gorpia ha spiegato di aver depositato la rinuncia alla difesa di Alexander Boettcher. L'ormai ex difensore di Boettcher (per lui verrà nominato un legale d'ufficio, in attesa di una nuova nomina di fiducia) ha raccontato di essere andato stamani a San Vittore per avere copia della nuova ordinanza di custodia cautelare e per poter preparare la difesa con il suo assistito, in vista dell'interrogatorio di garanzia fissato per lunedì prossimo. «Mi sono sentito rispondere - ha detto il legale - che i magistrati avevano vietato non solo gli incontri tra Martina e Alexander, ma anche quelli con qualsiasi persona, legali compresi». Sempre nel corso della mattinata, poi, all'avvocato è stato spiegato dalla Procura che si era trattato soltanto di un «disguido» e che avrebbe certamente potuto entrare in carcere. Il legale, però, ha deciso di rinunciare al mandato difensivo per protesta, perché ritiene che ci sia stata una gravissima violazione del diritto di difesa dato che, ha spiegato, «è stato negato il diritto più elementare a un arrestato, quello di poter incontrare subito il proprio difensore».

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