{{IMG_SX}}Ancona, 12 luglio 2007 - Avevano commesso abusi sessuali ai danni di una ragazzina allora tredicenne. Il fatto era accaduto a Torrette, nel periodo compreso fra l'estate e l'autunno 2006. Le immagini di quella violenza erano state filmate con i cellulari e scambiate poi via mms e su internet con altre decine di minorenni.


Ora, ai tredici ragazzini indagati per quegli abusi dalla Procura dei Minori sono stati notificati altrettanti avvisi di chiusura delle indagini. Gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive. I reati loro contestati dal pm Ugo Pastore vanno dal concorso nella violenza sessuale singola o di gruppo, aggravata dalla minore età della vittima, alle lesioni personali, alla cessione e divulgazione di materiale pedopornografico.


Per tre di loro, un sedicenne ex fidanzatino della vittima e due diciassettenni, il gip aveva disposto in precedenza misure cautelari quali la permanenza domiciliare o prescrizioni di condotta, già scadute. Adesso spetterà al giudice per l'udienza preliminare decidere se disporre o meno i rinvii a giudizio.
Per ciò che riguarda gli altri 40 indagati, coinvolti solo nello scambio di materiale video, la loro posizione era già stata stralciata.


La turpe vicenda è stata scoperta per caso, quando la madre di un ragazzino, sbirciando sul cellulare del figlio, si imbattè in immagini hard.
Le violenze si sarebbero consumate principalmente in un parco pubblico di Torrette, dove la tredicenne, una ragazzina insicura e appartata, sarebbe stata costretta a prestazioni erotiche videofilmate, sotto la minaccia da parte dei suoi aggressori di lasciarla senza chiavi di casa, o di raccontare tutto ai genitori, o, ancora, di abusare anche della sorellina più piccola.


La ragazza, secondo quanto riferito dalla procura, starebbe uscendo a fatica da questo terribile incubo, anche grazie all'aiuto di uno psicologo. Tuttavia la perizia del neuropsichiatra infantile consulente del pm lascia intendere chiaramente che la vicenda avrà comunque ripercussioni permanenti sulla vita affettiva della ragazzina, anche da adulta.
Gli imputati, dal canto loro, sostengono che la tredicenne era consenziente. Sono inoltre ancora in corso trattative fra la famiglia della vittima e i legali degli accusati per il risarcimento del danno, che potrebbe ammontare a circa 60mila euro.


Questa inchiesta, che consta di duemila pagine di atti istruttori, decine di video e supporti informatici passati al setaccio della Polizia postale e dalla Squadra mobile di Ancona, nonché di cinquecento testimonianze raccolte, ha ricoperto in qualche modo la funzione di apripista in Italia per le recenti indagini sul sesso fra minori videofilmato e sull'emergenza del bullismo.