Banca Marche, bloccato lo scambio di azioni. Col fiato sospeso 40mila marchigiani

Stoppato il valore in continua discesa per evitare speculazioni

Banca Marche

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Jesi, 6 agsoto 2014 - Banca Marche da salvare: da ieri è sospesa la negoziazione delle azioni ordinarie. Lo comunica lo stesso istituto di credito commissariato dall’ottobre scorso da Banca d’Italia. Bloccate le quote delle Fondazioni proprietarie e di 40mila azionisti, preoccupati per le sorti del denaro investito negli anni. Pochi di loro, dopo l’emergere del rosso di bilancio che dovrebbe aver superato un milardo di euro, hanno deciso di vendere. Le azioni acquistate in alcuni casi anche a oltre due euro, nelle ultime settimane erano scese sotto a 30 centesimi l’una (l’ultima quotazione dei primi del mese era a 0,243). Ma la decisione della negoziazione sospesa «fino a nuova comunicazione», presa dai commissari straordinari Giuseppe Feliziani, Federico Terrinoni e Bruno Inzitari nasce, come informano loro stessi, «dall’esiguità degli scambi perfezionati nelle ultime aste e dal protrarsi della procedura di amministrazione straordinaria, che ha reso datate le informazioni sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria della banca a disposizione del pubblico». 

Gli ultimi dati ufficiali risalgono infatti a prima dell’estate scorsa. Meno tecnicamente il motivo del blocco sarebbe la volontà di stoppare il valore delle azioni (in continua discesa) per evitare speculazioni, in vista della ristrutturazione a cui stanno lavorando con grande determinazioni i commissari, nonostante il quadro nazionale non certo semplice.

Il timore ora per tanti grandi e piccoli azionisti, Fondazioni in primis, è che si vada verso l’azzeramento delle azioni come accaduto in Tercas che però aveva un acquirente pronto: la Banca Popolare di Bari. Azzeramento che dovrebbe comunque passare per l’assemblea dei soci. Oramai pressochè certo l’intervento del Fondo Interbancario così come la creazione di una «bad bank» per i crediti deteriorati. Si parla di 4 milioni di euro che dovrebbero passare in gestione al Nuovo credito Fondiario (Fonspa) già insediatosi negli uffici di Jesi. E dell’intervento di un fondo americano. Ieri i commissari hanno incontrato i presidenti delle tre Fondazioni proprietarie di maggioranza: Jesi, Pesaro e Macerata. Nulla di ufficiale trapela ma dal summit sarebbe emersa una situazione di maggiore fiducia. La banca potrebbe ripartire e qualcuno sarebbe ineteressato all’operazione di ricapitalizzazione.

Lo stop alla negoziazione delle azioni andrebbe letto proprio in questo senso. Evitare le speculazioni prima di avviare l’operazione risanamento. E i tempi sarebbero molto stretti: per i primi di settembre i commissari dovrebbero annunciare la soluzione per arrivare all’assemblea dei soci, magari ancora prima della scadenza dell’anno di commissariamento (ottobre). Solo a quel punto anche i 40mila azionisti conosceranno la consistenza e le sorti dei loro ‘gruzzoli’.