"Banca Marche verso il risanamento e il rilancio"

Fondo tutela depositi, parla il dg Giuseppe Boccuzzi

Banca Marche

Banca Marche

Jesi (Ancona), 9 agosto 2014 - «La crisi di Banca Marche, dopo quella del Banco di Napoli, è la più grande degli ultimi due decenni, ma si avvia ad una soluzione positiva, al risanamento e al rilancio dell’istituto di credito, grazie all’intervento del sistema bancario e senza che venga speso neanche un centesimo di fondi pubblici». Parola di Giuseppe Boccuzzi, direttore generale del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd).

Pur mantenendo il riserbo sull’operazione Banca Marche in corso di svolgimento sotto la direzione di Banca d’Italia, Boccuzzi fornisce al Resto del Carlino, tuttavia, alcuni elementi per spiegare quanto deliberato dal Fitd per l’istituto di credito marchigiano la scorsa settimana.

Il Fitd garantisce i depositi e i conti correnti in caso di liquidazione della banca, ma ha anche una seconda funzione che è quella appena deliberata per Bm: accompagnare il risanamento degli istituti di credito, attraverso varie modalità, anche garantendo i crediti ‘malati’ (incagli e sofferenze). E’ il primo passo, ma quello decisivo: il presupposto per la successiva operazione di ricapitalizzazione.

L’obiettivo è quello di ripulire il bilancio dai crediti «non performing» e rendere più gestibile la banca, da immettere sul mercato, operazione quest’ultima a cui i commissari di Banca d’Italia Giuseppe Feliziani, Federico Terrinoni e Bruno Inzitari, stanno già lavorando.

Il fondo interbancario ha sottoposto a test il dossier Bm e valutato che, «visto l’elevato ammontare dei depositi rimborsabili, l’operazione di garanzia dei crediti deteriorati ha un costo più basso per il fondo e quindi per le banche che lo alimentano, rispetto a quello che avrebbe la liquidazione coatta (garanzia sui depositi fino a 100mila euro, ndr). Abbiamo deliberato per il risanamento – aggiunge - dunque l’ipotesi liquidazione è esclusa».

Al lavoro sui crediti deteriorati (si parla di una cifra che supera i 4 miliardi di euro, che sono già stati svalutati, ma incorporano ulteriori rischi) già dal mese scorso c’è Fonspa (Nuovo Credito Fondiario).

Sta svolgendo la due diligence e dovrebbe prendere in carico e gestire a lungo termine, evitando di immettere in una sola volta tutti gli immobili sul mercato, i crediti ‘malati’. Fonspa gestirà la cosiddetta «bad bank» (banca cattiva) che dovrà alleggerire Banca Marche, prossima good bank (banca buona) da immettere sul mercato.

Ci vorranno mesi, «sicuramente tutto l’autunno». Dunque l’incarico dei tre commissari potrebbe essere prorogato di alcuni mesi.

Sulle cifre Boccuzzi non si sbilancia, ma si parla di una garanzia per oltre 500 milioni di euro e anche di un possibile ruolo del Fondo, pur se «marginale», come investitore nel futuro aumento di capitale.

«Una garanzia — spiega — su ulteriori eventuali perdite sui crediti. Un meccanismo che garantisce la stabilità del sistema bancario, grazie all’intervento delle banche stesse».

Si tratta del primo passo, «un progetto» che dovrà essere seguito dalla ricapitalizzazione della banca per circa 800 milioni di euro. I commissari avrebbero già manifestazioni di interesse importanti.

Si parla di una cordata di investitori. Lo stesso Giuseppe Boccuzzi, ex direttore di Banca d’Italia e reduce dall’operazione Tercas (analogamente salvata grazie all’intervento del Fitd cui è seguito l’acquisto da parte della Popolare di Bari), è ottimista.

Nonostante il non facile quadro del sistema bancario nazionale. «Le banche italiane — spiega il direttore generale — che pure stanno subendo gli effetti della lunga recessione economica, stanno realizzando significativi rafforzamenti patrimoniali e, quindi, usciranno da questa fase più solide. Per quanto ci riguarda, noi abbiamo fatto la nostra parte e i commissari stanno svolgendo egregiamente il loro lavoro, sotto la regia della Banca d’Italia, per dare un futuro e rilanciare Banca Marche. E con essa — conclude — ai suoi clienti, dipendenti e alle imprese del territorio».