Strada per il megastore nel chiostro millenario, Ginesi: "Vergognoso"

Il critico d'arte: "Le istituzioni dovrebbero tutelare"

Il critico d'arte Armando Ginesi

Il critico d'arte Armando Ginesi

Chiaravalle (Ancona), 16 aprile 2015 - Un chiostro in cambio della strada al megastore, un altro critico d’arte di fama internazionale, dopo Vittorio Sgarbi grida allo scempio. Armando Ginesi, si è occupato del chiostro dell’Abbazia di Chiaravalle, oggi al centro di un’indagine della magistratura per la cessione da parte del Comune del monumento alla parrocchia in cambio degli «orti del prete» dove il proprietario della adiacente area ex Cral vorrebbe realizzare l’unica strada possibile di accesso al megastore.

Ginesi era tra i relatori del convegno «Chiaravalle cistercense: una storia, un sogno» che si è tenuto nell’estate del 2011 (un anno dopo la cessione del chiostro millenario). Un’occasione di studio che ha confermato con nettezza come il chiostro andasse tutelato. L’ex sindaco Daniela Montali parlava di «rivalutare e riconsegnare alla città l’utilizzo di tutto l’ambiente che circonda il chiostro».

Armando Ginesi, cosa ne pensa dell'inchiesta della magistratura e del fatto di avere un centro commerciale con strada a doppia corsia dietro al chiostro? Vittorio Sgarbi ha annunciato denunce.. «E’ una vergogna. Non solo la decisione presa che suona vendetta al cospetto di Dio e dimostra il grado di civiltà a cui siamo scesi, cioè a livello zero, ma anche il silenzio che ammanta la vicenda. A parte Il Carlino che l’ha messa in evidenza, dove sono le dirigenze politiche, amministrative, a partire da quelle che hanno l’obbligo di tutelare i beni culturali e storici, dove hanno gli occhi? Perché hanno taciuto?»

La Soprintendenza però ha dato l’ok alla cessione, nonostante il vincolo di destinazione pubblica «immutabile» posto su quell’immobile dalla legge nazionale del 1985.. «Appunto, dove sono le dirigenze che hanno l’obbligo di tutelare i beni culturali e storici? In ogni caso Chiaravalle non è nuova a scempi di questo genere».

Cioè? «Basti pensare a quello che è stato fatto nell’ex refettorio dei frati cistercensi, dove il grande artista contemporaneo, marchigiano di nascita Walter Valentini aveva realizzato un allestimento di straordinaria bellezza, poi devastato da ragazzini e vandali. Si pensò a un’opera di destrutturazione dell’evento, da parte dell’artista. Una sorta di performance che ne testimoniasse la riappropriazione. L’allora sindaco (Alessandro Bianchini, ndr) si disse disponibile ma non si presentò all’incontro. Il progetto saltò. Questo poco più di una decina di anni fa. In poco tempo, due episodi di ignoranza istituzionalizzata a sfregiare un patrimonio artistico culturale».