Spaccio e clandestini, lo Stato vede ma è fermo al palo

La lettera

Bologna, 21 febbraio 2018 - Vogliamo scommettere che la Procura di Macerata non chiuderà le indagini prima del 4 marzo, data delle elezioni? E possibile che lo Stato (nelle sue articolazioni) non si fosse accorto per tempo che nella città di 40 mila abitanti c’era un’indisturbata centrale di spaccio? E che non disponesse dei mezzi e/o delle risorse per contrastarla? Sarò anch’io un razzista e un fascista?

Enrico Venturoli, Roma

risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

LA RAGAZZA fatta a pezzi a Macerata con l’assurda coda del tiro al bersaglio di un pazzo sulle persone di colore ha portato alla ribalta una situazione di emergenza dell’ordine pubblico legato allo spaccio di droga. La povera Pamela Mastropietro dopo essersi allontanata dalla comunità è finita nella rete degli spacciatori nigeriani (tutti richiedenti asilo). Non è un caso. A Macerata il malumore dei cittadini è esploso da tempo per l’attività diffusa di pusher stranieri. I residenti lamentano, inoltre, una presenza fuori controllo di richiedenti asilo per i quali la collocazione è sempre più difficile. Un disagio sociale a cui, come in molte città, le istituzioni non sanno dare risposta. L’emergenza è diventata strutturale ovunque e anche se gli sbarchi sono diminuiti il nodo della marea di richiedenti asilo, disperati e senza futuro, che popolano l’Italia non è risolto.

beppe.boni@ilcarlino.net