Ancona, 16 gennaio 2011 - PER QUALE motivo B. il 5 maggio si trovava a San Marco, al bar Segà, a poche centinaia di metri da dove è stato ritrovato il cadavere che con tutta probabilità appartiene alla donna con cui avrebbe avuto una relazione, Rossella Goffo?

Secondo il suo legale, l’avvocato Nazario Agostini, B. era solito frequentare San Marco e la sua presenza sul luogo del delitto il giorno dopo la scomparsa della funzionaria da Ancona sarebbe solo una sfortunata coincidenza che non proverebbe nulla. Secondo gli inquirenti, invece, sarebbe la dimostrazione che il tecnico della Questura è coinvolto fino al collo in questa vicenda. Resta da capire, però, il nodo cruciale della questione: quando è stata uccisa Rossella Goffo? La sera del 4 maggio o la mattina del 5?

Tra le due possibilità, la prima è la più convincente: se si sposa la posizione della Procura, con A. B. come unico indagato per omicidio, la ricostruzione dei fatti potrebbe essere la seguente. Rossella Goffo si vede con B. ad Ancona il 4 e, insieme, partono per Ascoli, dove lei già ha forse trovato casa. Vanno insieme a San Marco, si appartano. Forse solo per parlare, ma la situazione precipita e la donna muore. Lui è preso del panico, fa una buca alla bene e meglio, vi mette la donna vestita, la copre di terra. Poi va via. E forse, come gli assassini improvvisati, il giorno dopo torna sul luogo del delitto.

Intanto si attende il completamento della repertazione e della catalogazione del materiale raccolto a Colle San Marco per affidare le perizie tecniche sull’omicidio di Rossella Goffo, la funzionaria della Prefettura di Ancona.
Per l’assassinio come è noto è indagato a piede libero B., 42 anni, tecnico della Questura di Ascoli, accusato di omicidio volontario premeditato. L’uomo continua imperterrito a respingere ogni accusa, nonostante siano però ormai molte le contraddizioni in cui sarebbe scivoltao nel corso dei mesi.

I sostituti procuratori di Ascoli Piceno Ettore Picardi e Carmine Pirozzoli stanno preparando i quesiti da sottoporre ai periti, ai quali l’incarico verrà affidato o alla fine della prossima settimana o, più verosimilmente, nei primi giorni di quella successiva. Non c’è fretta negli uffici della Procura ascolana, dove è stata trasferita per competenza l’inchiesta sulla scomparsa della Goffo, una sparizione sulla quale da maggio ha indagato il pm di Ancona Irene Bilotta. L’obiettivo degli inquirenti è evitare anche il minimo errore procedurale, che potrebbe complicare un’inchiesta che non appare comunque prossima alla conclusione. Ad esempio, per formulare domande pertinenti ai periti si deve tenere conto delle condizioni dei resti della funzionaria, ritrovati interrati a Colle San Marco il 5 gennaio.

Il corpo era in avanzato stato di decomposizione, in parte mutilato: si spera però che i medici legali possano risalire alle cause e alla data della morte. Verranno analizzati anche il mozzicone di sigaretta ritrovato tre giorni dopo nella stessa zona, insieme a brandelli di jeans, compatibili con l’indumento indossato dal cadavere, ma soprattutto le due ossa lunghe circa 20 centimetri, scovate a un centinaio di metri di distanza dal cadavere.