Ancona, 21 maggio 2011 - La piccola Elena Petrizzi e’ morta. Lo ha reso noto la Direzione sanitaria del presidio materno-infantile Salesi di Ancona. Dopo la dichiarazione di morte cerebrale avvenuta alle 17 e il periodo di osservazione di sei ore, la commissione medico legale ha accertato il decesso della bimba alle 23. I genitori hanno dato il consenso al prelievo di organi.

GLI ACCERTAMENTI DELLA MORTE. Erano state avviate le procedure per l'accertamento di morte per la bimba di 22 mesi di Teramo, ricoverata da mercoledì pomeriggio all’ospedale materno-infatile Salesi di Ancona dopo essere stata dimenticata dal padre per 5 ore in auto sotto il sole. Per un paio d’ore oggi, tragedia nella tragedia, si sono rincorse voci sul decesso della piccola, che versava comunque in condizioni disperate. Un ‘giallo’ cominciato poco dopo l’uscita dell’ultimo bollettino emesso dall’ospedale sulle condizioni della bimba, in cui si parlava di un “peggioramento del quadro clinico complessivo”, di “un imponente edema cerebrale” emerso dopo l’intervento di decompressione cerebrale effettuato ieri nel tardo pomeriggio e di “una situazione di insufficienza renale”.

L'ultimo bolletino medico, in serata. ‘’A seguito dell’esito dell’angio-tac, eseguita presso il Dipartimento di radiologia nella struttura di Torrette, e’ stato avviata, da parte della Commissione competente, la procedura per l’accertamento di morte’’. ‘’Al termine di tale procedura, si dara’ lettura di un comunicato e si incontreranno i giornalisti, alle 23:30, presso la Direzione medica del presidio Salesi’’. Procedura necessaria anche per l'eventuale espianto del cuore.
 

A fare chiarezza era intervenuto il direttore sanitario degli ospedali Riuniti di Ancona, Nadia Storti, che nel pomeriggio aveva smentito la notizia del decesso, spiegando comunque che sulla piccola che non è mai uscita dal coma spontaneo di quarto grado: “Sono in corso accertamenti per quanto riguarda la morte cerebrale”. 
 

Al consenso per l’eventuale prelievo di organi rilasciato dalla famiglia deve aggiungersi l’autorizzazione del magistrato inquirente (il caso è ‘sotto procura’). Un bollettino medico della Direzione sanitaria dovrebbe dar conto dell’accertamento di morte cerebrale e dell’eventuale consenso al prelievo di organi sia da parte della famiglia che da parte del pm. Il sostituto procuratore della repubblica di Teramo Bruno Auriemma intanto ha raggiunto l’ospedale di Ancona. Il magistrato e’ titolare dell’inchiesta nei confronti del padre della piccola, nei cui confronti, al momento, si indaga per abbandono di minore e lesioni colpose. Il fatto che il Pm abbia gia’ raggiunto il nosocomio marchigiano potrebbe far intendere che nei confronti del padre possa cambiare la contestazione di reato in base a quanto avverra’ nelle prossime ore.
 

L’intervento di decompressione cerebrale di questa mattina aveva evidenziato un imponente edema cerebrale. Questo si inseriva in una situazione di insufficienza renale. Nelle ultime ore della mattinata si era verificato un peggioramento del quadro clinico complessivo che già risultava gravissimo.

 

L'ASSESSORE REGIONALE: "MONITORAGGIO CONTINUO" - “Non so come si sia diffusa la notizia della morte della bambina. Da quanto mi risulta i medici la stanno sottoponendo a un monitoraggio continuo: ho chiesto di essere informato sulle sue condizioni, sia se la situazione migliora sia se dovesse precipitare”. Lo ha affermato all’assessore regionale alla Sanita’ delle Marche, Almerino Mezzolani, riferendosi alle condizioni della bambina. Oggi pomeriggio si era diffusa la notizia della morte della bambina, che non e’ stata confermata dall’ospedale.


Mezzolani ha ribadito che “la bambina non e’ morta”. “Ho parlato con la direttrice sanitaria dell’ospedale - ha concluso - e mi ha detto che la situazione e’ grave ma la bambina non e’ morta”.
 

LA RABBIA DEI FAMIGLIARI -  Dolore e rabbia nei confronti dei giornalisti e delle telecamere tra i parenti della piccola. ‘’Andate via, abbiate rispetto’’ - dice un uomo ai cronisti che sono entrati nell’atrio dell’’’ospedaletto’’. Nella zona di ingresso ci sono molti altri parenti, che quando i giornalisti si avvicinano sembrano quasi voler fare barriera. ‘’Quando succedono cose come questa - aggiunge lo stesso uomo - non ci si comporta come ci si comporterebbe normalmente’’. E invita i rappresentanti dei media a rivolgersi alla direzione sanitaria e addirittura a uscire dal nosocomio.

LA MAMMA DIFENDE IL MARITO. "Tutto doveva essere perfetto e io non mi dovevo preoccupare’’, ha raccontato Chiara Sciarrini. La donna che, è all’ottavo mese di gravidanza, ha aggiunto sul marito ‘’lui doveva accompagnare Elena all’asilo e io rimanere a casa a riposare e intanto intorno a tutto questo c’era da pensare al lavoro, alle responsabilità, alla casa appena costruita...’’.