Ancona, 17 ottobre 2011 – I disordini scatenati nel corso della manifestazione degli 'Indignati' sabato pomeriggio a Roma, stanno avendo conseguenze in tutta Italia sotto il profilo delle indagini. Sono in atto perquisizioni e controlli anche nelle Marche. Ad Ancona e provincia procedono gli uomini della Digos. L’attività riguarda ambienti anarco-insurrezionalisti e antagonisti.

In provincia di Ascoli Piceno polizia e carabinieri hanno svolto accertamenti congiunti. Secondo il comandante provinciale Alessandro Patrizio si sta lavorando “per individuare nell’ambito di un certo filone se ci sono persone che hanno avuto un ruolo negli incidenti di Roma. Al momento non sembrano emergere situazioni particolari, anche se stiamo ancora lavorando”. Ad ogni modo, si sono conclusi poco fa senza esiti di rilievo. Setacciati, in particolare, gli ambienti antangonisti di Ascoli e San Benedetto.

Gli agenti della Digos dorica hanno sequestrato documenti ritenuti ''interessanti''. Si tratta di alcuni caschi e mazze, una quindicina di fumogeni, oltre a foulard che potrebbero essere stati utilizzati durante gli scontri di sabato a Roma. Il materiale è stato trovato nelle abitazioni di sei o sette esponenti dell'area antagonista, che risiedono nel capoluogo, a Senigallia e Agugliano. Tra loro anche un ex militante dei Carc (Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo), che recentemente avrebbe aderito all'area antagonista.

Recuperati anche un bossolo dei lacrimogeni sparati dalle forze di polizia per disperdere i black bloc. Sicuramente le persone sottoposte a perquisizione - tutte fra i 22 e i 43 anni, comprese due donne - hanno preso parte alla manifestazione nella Capitale, ma per stabilire se siano state o meno fra i protagonisti degli incidenti occorrerà incrociare i dati raccolti con altri accertamenti, a cominciare - spiega il dirigente della Digos anconetana Antonio Nicolli - dai filmati girati dalle forze di polizia e da quelli già disponibili su fonti aperte. Una prima informativa è stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Ancona, che valuterà la posizione dei perquisiti.

E' originario di Ancona, ma da anni vive a Bologna, anche uno dei sei giovani vicini a gruppi anarco-insurrezionalisti fermati ieri in Toscana, a bordo di un furgone di rientro da Roma, rilasciati dopo una denuncia.

 

L'avvocato dei centri sociali: "Estranei alle violenza"

I controlli si sono concentrati in particolare sul Csoa Mezza Canaja di Senigallia e l’Asilo Politico di Ancona. E' l’avvocato Paolo Cognini, che rappresenta i sei militanti dei centri sociali, a riferirlo. Il legale respinge qualsiasi coinvolgimento del movimento negli scontri. "Non abbiamo niente a che vedere con quei metodi", insiste.
 

"Al momento - si legge in una nota dei Centri sociali - non è dato sapere se altre perquisizioni verranno effettuate nelle prossime ore. Da quelle condotte non è emerso alcun elemento in grado di supportare eventuali ipotesi accusatorie o ulteriori iniziative da parte dell’autorità giudiziaria". "Chiunque abbia un motorino - spiega poi Cognini - possiede un casco, quasi tutte le persone hanno almeno una felpa, ed escludo che nelle abitazioni dei nostri attivisti siano state trovate mazze o simili". "I Centri Sociali delle Marche sono stati protagonisti e motore ‘fondamentale’ - prosegue la nota - della straordinaria mobilitazione che ha portato tantissime persone della regione a manifestare a Roma: i pullman coordinati direttamente dai Centri Sociali sono stati più di 20".

"I Centri Sociali Autogestiti sono espressione di un’opposizione sociale riconosciuta nei territori, fatta di pratiche di democrazia radicale tutte interne ai movimenti e che nulla hanno a che vedere con i metodi di chi, invece, i movimenti sceglie di violarli. Ogni tentativo di criminalizzare gli spazi di critica e di opposizione sociale deve essere respinto con forza e con estrema chiarezza’’.