Ancona, 28 ottobre 2011 - Dopo averne convalidato il fermo per l'accusa di concorso nell'omicidio di Luigi Taurino, 35 anni, pugliese residente a Passo Ripe (Ancona), il gip Carlo Cimini ha concesso gli arresti domiciliari a Suela Arifaj, albanese di 23 anni, vicina di casa della vittima, ritenuta dagli inquirenti la presunta mandante del delitto. La donna scontera' la misura cautelare lontano dalla propria abitazione, che si trova di fronte a quella di Taurino.
 

Secondo l'accusa, rappresentata dal pm Giovanna Lebboroni, la ventitreenne - sposata con un imprenditore abruzzese e madre di due bimbi piccoli - avrebbe fatto venire in Italia il fratello Myrteza, 34 anni, e un amico, Jetmir Marku, 24 anni, per dare una lezione a Taurino con il quale avrebbe avuto degli screzi di vicinato e che avrebbe anche offeso la sua onorabilita'. Una ricostruzione smentita dal fratello della vittima, secondo cui non vi sarebbe stata alcuna avance ma solo liti tra il Taurino e la Arifaj che avrebbe messo in giro pettegolezzi infondati.
 

Quella che avrebbe dovuto essere una 'lezione' (su una guancia di Taurino e' stato riscontrato uno sfregio) sarebbe degenerata nell'omicidio del vicino di casa ucciso da una coltellata alla gola il 20 ottobre, a pochi passi dalla propria abitazione.

Oggi davanti al giudice sono comparse le due persone arrestate cinque giorni dopo il delitto dai carabinieri del Reparto Operativo di Ancona, cioe' Suela e Marku. Mentre Myrteza, anche lui sottoposto a fermo, e' tornato forse in lbania ed e' latitante. Il gip ha convalidato tutti i fermi, confermando la custodia in carcere per Marku.
 

La Arifaj, assistita dall'avv. Roberto Gusmitta, ha sostenuto di non essere la mandante dell'omicidio e di non aver fatto arrivare il fratello e l'amico dall'Albania per vendicarsi di Taurino. I due sarebbero giunti in Italia per altri motivi e lei, secondo la versione difensiva, avrebbe anzi tentato fino all'ultimo di convincere Myrteza a non incontrare la vittima. L'altro complice, difeso dall'avv. Ezio Gabrielli, avrebbe confermato di essere stato presente all'aggressione ma di non aver contribuito all'omicidio. In sostanza avrebbe riferito di essere stato coinvolto suo malgrado nel delitto