Ancona, 27 maggio 2012 - Ne ha visti, di fascicoli. E di inchieste. E di fiancheggiatori. L’ha studiato a suon di pratica l’albero genealogico del Comitato marchigiano delle Brigate Rosse. Quelle di Falconara incluse. Ha lavorato nel nucleo antiterrorismo, nella struttura diretta e coordinata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Che nelle Marche piegò la base dello Stramotel, facendo piazza pulita a Falconara e dintorni. Anche con arresti eccellenti. "Era un carismatico, il generale — racconta oggi l’ex investigatore, dedito tutto a un’altra attività, ma con molte piaghe nel cuore di quegli anni — e mi è capitato di prendere ordini da lui. Direttamente. Ma allora avevamo ben altro modo di lavorare coi giudici. A braccetto. Eravamo un tutt’uno con i magistrati d’Ancona. E poi avevamo anche ottimi informatori".


Ha visto questo volantino recapitato all’Ansa? Che idea si è fatto?
"Mi ricordo di Liverani. Ma sono un po’ scettico. Il nucleo che ruotava attorno a lui oggi ha cambiato vita. Svolge un’esistenza normale. Ma tutto è possibile in un momento di crisi".


Un gruppo. Un singolo. Che cos’è?
"Sono scettico, lo ripeto. E comunque è chiaro che se ci fosse un ritorno non sarebbe quello che vediamo oggi. E’ un nostalgico. Un isolato. Anzi, io una mezza idea ce l’avrei...".


Quindi non è un gruppuscolo impazzito?
"Che ci sia un gruppo faccio difficoltà a pensarlo. Anche se attraversiamo un momento che è quello che è".


Non trova stranezze in quel documento recapitato all’Ansa di Ancona?
"Non capisco perché si vada a ritirare fuori quel nome. E’ una storia che so essere chiusa dall’’85. Dunque...".


Lei ha passato parte della sua carriera a combattere il terrorismo. Con chi ha lavorato?
"Col nucleo. Poi mi sono dedicato ad altro".
 

Sopra di lei aveva il generale Dalla Chiesa, poi prefetto a Palermo.
"Certo".


Ci ha mai parlato?
"Sì. Era una bellissima figura. Un carismatico".


Cos’è cambiato da allora?
"Avevamo parecchi buoni informatori".

 

di Giorgio Guidelli