Ancona, 4 luglio 2012 – La Direzione regionale dei Beni culturali ha avanzato una proposta per porre fine alla 'querelle' sui Bronzi di Pergola, contesi proprio da Pergola e da Ancona: un pendolarismo 'lungo'.

Che tradotto significa: dieci anni nel Pesarese, dieci nel Museo archeologico nazionale del capoluogo marchigiano.

E’ quanto si apprende dalla risposta scritta del ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi ad un’interrogazione presentata dalla senatrice del Pd Marina Magistrelli.

Sulla proposta, il sindaco di Pergola e il vice presidente della Provincia di Pesaro Urbino, scrive Ornaghi, “hanno chiesto un rinvio per approfondire la questione, anche alla luce del parere emesso dal Comitato tecnico scientifico del ministero”.

A maggio, il Comitato tecnico del Mibac, “ritenendo non più ricontestualizzabili le statue, a suo tempo oggetto di trafugamento, e considerando l’eventuale pendolarismo estremamente dannoso sotto l’aspetto conservativo”, aveva concluso che, anche per motivi di conservazione e sicurezza, dovessero essere collocate nella collezione archeologica più importante del territorio”, cioé il museo anconetano.

La Magistrelli e la collega di partito Silvana Amati considerano “insoddisfacente” la risposta del ministro, che “non esprime il suo indirizzo, in modo netto, sul punto’’. A Ornaghi le parlamentari chiedono quindi di indicare “con chiarezza gli obiettivi e i modi dell’azione amministrativa, rivolta all’esecuzione della pronuncia giurisdizionale’’ del Consiglio di Stato.

Il 25 novembre scorso, accogliendo il ricorso di Comune e Provincia di Ancona, il Consiglio di Stato aveva annullato la decisione che invalidava l’accordo del 2001 sul pendolarismo delle statue fra Ancona e Pergola, e aveva fissato al 27 marzo scorso il termine per un accordo o una decisione definitiva del Mibac sull’assegnazione dei bronzi.

Se il ministero ‘’non avvierà un’efficace azione in tal senso”, annunciano Magistrelli e Amati, gli enti interessati potranno agire per far rispettare la sentenza, nel caso “chiedendo la nomina di un commissario ad acta”.