Fabriano (Ancona), 21 settembre 2012 - «LA PARTECIPAZIONE al concerto non era incompatibile con la patologia che in precedenza e successivamente al giorno dell’esibizione di Madonna ha colpito il lavoratore (depressione causata dal dimensionamento subito), e sia perché il giorno in questione - che cadeva di sabato - non era lavorativo». Antonio Di Stasi, l’avvocato che assiste il 45enne fabrianese Walter Giovannetti (residente a Pesaro) scende pubblicamente in campo per far valere le ragioni del suo assistito licenziato dalla Carifac, dopo che lo stesso dipendente aveva postato sul suo profilo Facebook le foto che lo ritraevano all’atteso e partecipato evento canoro dello scorso 16 giugno a Firenze. Il ricorso appena presentato punta, dunque, su giorno e orario (le 22) fuori fascia lavorativa, ma anche sulla difficile situazione professionale che stava vivendo l’uomo in periodo di ristrutturazione organizzativa del lavoro anche nella sede di Senigallia in cui operava nel settore marketing.

«Quel che sorprende nella vicenda — aggiunge il legale — è come mai un grande gruppo bancario, come lo è Veneto Banca, scelga di gestire le relazioni con i propri dipendenti nel modo in cui è stata gestita la pratica del mio assistito. Tra l’altro sia le modalità con cui l’ufficio personale ha condotto l’istruttoria che la mancata comunicazione dei motivi nei termini di legge rendono a nostro parere il recesso inefficace. Se, come personalmente ritengo, appare molto probabile che il Tribunale del lavoro constaterà l’illegittimità del licenziamento, è chiaro che il Giovannetti avrà diritto ad essere reintegrato e ad ottenere il pagamento delle retribuzioni dal licenziamento all’effettiva ripresa del lavoro».

Giovannetti, invece, ha rotto solo per un attimo il silenzio assoluto sulla vicenda, affidando proprio al suo profilo Facebook un unico pensiero. In un post di ieri pomeriggio ha scritto testualmente: «Un’ altra giornata che mina la mia vita e la mia famiglia, la società civile dovrebbe essermi vicino». Una riflessione amara dettata da ore infuocate in cui il suo telefonino è stato rovente come non mai, tanto che anche con il nostro giornale ha scambiato decine di sms in forma privata per sfogarsi sull’accaduto, ovviamente sempre con il vincolo di evitare uscite pubbliche e prese di posizioni ufficiali lasciate ai suoi rappresentanti.

Alessandro Di Marco