Ancona, 14 marzo 2013 - C’È anche l’associazione a delinquere tra le accuse per le autorizzazioni concesse dalla Regione Marche per realizzare centrali a biogas e parchi eolici. E’ infatti contestato il reato associativo ad alcuni dei 13 indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Ancona, che punta l’attenzione su alcuni impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili autorizzate nelle province di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino.

I reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, fino all’abuso d’ufficio, per arrivare a reati ambientali ed urbanistici. Stando all’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Paolo Gubinelli, Andrea Laurino e Marco Pucilli, funzionari pubblici, professionisti ed imprenditori avrebbero messo in piedi una sorta di ‘comitato d’affari’ per conquistare il ricco business delle energie alternative, che può contare su finanziamenti e incentivi statali e regionali. Un giro da 6mila euro al giorno (tanto arriva a fatturare una centrale fino a 1 Megawatt di potenza) dove, tramite familiari o persone vicine, sarebbero entrati anche i funzionari pubblici incaricati di autorizzare gli impianti e quindi di controllare l’applicazione delle leggi per l’iter autorizzativo.
 

Indagati a vario titolo, oltre al dirigente regionale Luciano Calvarese, anche i funzionari della Regione Mauro Moretti e Sandro Cossignani, Renzo Rovinelli, funzionario della Provincia di Pesaro Urbino, i progettisti Lorenzo Binci di Osimo e Diego Margione di Macerata, gli imprenditori Alessio e Antonio Lazzarini e Guido Leopardi, Alessandra Severini, dipendente della Geiwatt srl, oltre al presidente della Comunità Montana di Camerino Sauro Scaficchia ed il predecessore Luigi Gentilucci. Indagato anche un imprenditore anconetano. Le indagini sono portate avanti dagli uomini della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato, che martedì hanno passato al setaccio 4 impianti in provincia di Ancona (Camerata Picena, Castelbellino, Osimo e Agugliano), oltre agli uffici della Regione per acquisire documenti. Le perquisizioni potrebbero portare a nuove ipotesi di reato. In alcune centrali sono state riscontrate gravi criticità e ora si attendono i risultati delle analisi sui campioni prelevati dalla Forestale attraverso l’utilizzo del laboratorio mobile scientifico del Nucleo investigativo centrale di Roma, apparecchio che ha permesso di analizzare il materiale utilizzato per la combustione.
 

SOTTO la lente degli investigatori anche i tempi degli allacci: per ottenere gli incentivi alla vendita dell’energia elettrica, gli allacci andavano completati entro il 31 dicembre 2012 e in alcuni casi si è ricorsi ad allacci provvisori anche se la centrale, formalmente, non era ancora completata. Per realizzare una centrale a biomasse di potenza poco inferiore ad 1 Megawatt l’investimento richiesto è di 5milioni di euro, ma il 40% della spesa viene coperto da contributi a fondo perduto di Stato e Regione. Per i primi 15 anni di attività, la centrale produce energia che viene pagata 3 volte tanto il costo sostenuto, attraverso un incentivo che viene scaricato in bolletta sugli utenti.
 

Alessandra Pascucci