Ancona, 27 aprile 2013 – CI MANCAVA solo la Barbie. Per il resto, Violata era stata immortalata in tutte le salse: come la Primavera del Botticelli, davanti ai carrarmati di piazza Tien An Men o come Statua della Libertà. Dobbiamo ammettere però che la versione Barbie è davvero un colpo di genio. Stavolta a colpire è, sempre attraverso facebook, l’artista Alessia Ercoli.

Sulla pagina "Non è un paese per Tanya" tante foto grottesche con le bambole protagoniste (c’è anche un "Lost" ambientato a Portonovo). Insomma tra incidenti e ammucchiate di plastica, spunta anche lei, Violata, confezionata come una Barbie vera, come souvenir di Ancona. E del resto questa dorica è una città di cui si parla poco, di solito: non ci sono grandi fatti di cronaca né scandali a smuovere la tranquilla routine degli anconetani, che peraltro di indole si stupiscono assai raramente di quello che gli capita sotto il naso. Poi arriva Ippoliti, fa una statua e viene giù il mondo. Si è smossa la Boldrini, Oliviero Toscani ha tuonato "fondete quello schifo", per non parlare del gruppo "Per la rimozione della statua violata" che per la sua petizione ha superato da un pezzo le mille e 500 firme.

A differenza di altre battaglie portate avanti a suon di post e commenti però, quella contro Violata è una guerra intelligente. Immaginarla Urlo di Munch o fotografare tutte le statue brutte, blu e nude in giro per il mondo come "parenti di Violata" è un modo per tenere alta l’attenzione su un’opera che ricorda più, come già stato scritto sulle nostre pagine, una bonazza con una bella sbronza da smaltire il giorno dopo che l’umiliazione e il terrore provocati da uno stupro. Se c’è un modo per combattere la violenza forse è proprio la leggerezza: del resto, una risata vi seppellirà.

Eleonora Grossi