Fabriano (Ancona), 5 giugno 2013 - Trecento operai e impiegati degli stabilimenti Indesit di Albacina e Melano hanno occupato l’ingresso della direzione della multinazionale, a Fabriano. Si sono assembrati davanti agli uffici di sede e al grido ‘’lavoro! Lavoro!’’ sono entrati nel salone al piano terra. Momenti di tensione ma senza incidenti. Le forze di polizia sono riuscite a mantenere la calma.Le delegazione dei sindacati sono poi salite per incontrare gli impiegati, anche loro pesantemente coinvolti nel piano di esuberi.

La decisione di protestare dei dipendenti nasce dal piano di riassetto aziendale con cui sono stati annunciati 1.425 esuberi su un totale di 4mila addetti in Italia, la chiusura di due impianti, a Melano di Fabriano, la casa madre, e Teverola (Caserta), e lo spostamento delle produzioni italiane ''non piu' sostenibili'' in Turchia e in Polonia, mentre in Italia continuera' la produzione di elettrodomestici ad alta innovazione e contenuto tecnologico.

L’occupazione e’ stata decisa, hanno spiegato i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm, dopo che l’azienda ‘’ha negato la possibilita’ di tenere un’assemblea con i 150 impiegati coinvolti nella vertenza, senza il necessario preavviso’’.

Ad Albacina, in mattinata, il corteo è iniziato  dopo un'assemblea sindacale dai toni accesi nel frattempo davanti allo stabilimento di Melano si sono visti operai in lacrime e sentite urla. Qui c'era anche il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, che è venuto a portare la sua solidarietà. ‘’Sindaco - dice un lavoratore, all’uscita dall’impianto - non pensavo mai una cosa del genere qui. Siamo in 300, 500 in citta’, lo capite cosa vuol dire?’’

Manifetazioni anche nello stabilimento di Teverola (Caserta): dove i lavoratori  hanno bloccato la strada statale 17 bis che collega Capua a Teverola e la strada che porta ad Aversa Anche qui i lavoratori sono giunti numerosi dopo aver fatto un’assemblea in fabbrica.

"Indesit Company non investe più dal 2005: né in prodotti né in processi. Il gruppo ha fatto una scelta di delocalizzazione nuda e cruda, la verità è questa". E' il commento di Alfio Mattioli, 55 anni, delegato Fiom della Rsu di Melano, anche lui fra gli operai che oggi hanno ‘occupato’ simbolicamente la direzione Indesit di Fabriano.

L'occupazione si è conclusa alle 16:45 circa, con l’ultima assemblea dei lavoratori del sito Melano tenuta sul prato davanti alla sede dell’Indesit. Salvo qualche momento di tensione, quando un gruppetto di tute blu e delegati sindacali ha cercato di forzare un ingresso per raggiungere il piano degli impiegati, la protesta si è svolta senza incidenti, sorvegliata da pochi agenti di polizia e carabinieri. La direzione aziendale ha assicurato in un incontro ristretto con i rappresentanti della Fim Andrea Cocco, della Fiom Fabrizio Bassotti e della Uilm Vincenzo Gentilucci la disponibilita’ a far svolgere l’assemblea sindacali con gli impiegati, ma con il preavviso previsto dalle norme sul lavoro. A quel punto le tute blu’ si sono accampate per circa tre ore in parte nella hall l’edificio, in parte sul prato (sindacalisti e bandiere Uilm all’esterno). Molti hanno seguito su un maxischermo tv i telegiornali e i canali all news, applaudendo al passaggio dei servizi sulla vertenza Indesit, in parte ‘oscurata’ sul piano mediatico dagli incidenti all’Ast di Terni.

La vertenza Indesit preoccupa anche le aziende dell’indotto, e nel pomeriggio i lavoratori della Tecnowind, sigla che produce cappe aspiranti anche per la multinazionale del bianco, sono scesi in sciopero spontaneo a Melano dopo aver chiesto senza ottenerlo - cosi’ affermano i sindacati - un incontro con la direzione aziendale. Domani prevista un’assemblea alla Indesit di Comunanza (Ascoli Piceno), dove sono a rischio 230 posti di lavoro, mentre il coordinamento sindacale nazionale del gruppo Indesit Company è in programma l’11 giugno a Roma.

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