Ancona, 25 gennaio 2014 - "Ripercussioni non sostenibili sulla gestione degli uffici" causate dalla deficitaria situazione degli organici di giudici e dall’ancor più grave carenza di personale amministrativo. Inizia così la relazione di apertura dell'anno giudiziario nelle Marche (foto). A lanciare l'allarme è il presidente reggente della Corte d’appello di Ancona Carmine Pinelli.

Il magistrato, riferendo anche le relazioni dei vari dirigenti, ha segnalato in particolare la situazione di Macerata dove la carenza di personale tocca il picco del 43% e le situazioni dei tribunali di Ascoli Piceno, Fermo e Urbino, anche se il Consiglio superiore sta ora correndo ai ripari. Problemi anche per il tribunale dei minorenni di Ancona con due posti di magistrati vacanti e una continua riduzione dell’organico di cancelleria in presenza di “carico di lavoro aumentato in maniera esponenziale”. In questo contesto la giustizia nelle Marche infatti, secondo le statistiche, non migliora: qualche luce viene dai procedimenti in appello dove le pendenze civili (soprattutto lavoro e previdenza) e penali hanno registrato un calo (-6%), per il resto le cause civili (3%) e penali (-6% monocratico e +15% collegiale) non accennano a diminuire. Gravissima - secondo Pinelli - in particolare la carenza di personale amministrativo con una media di scoperture regionale del 16% che si impenna al 27% per la Corte d’appello, al 22% per i tribunali di Ancona e Macerata e al 24% per Fermo.

I numeri dell'attività giudiziaria delle Marche

La crisi si riflette anche sull’attività giudiziaria delle Marche, con una crescita costante delle istanze di fallimento, che vedono Ancona in testa, mentre Fermo detiene il primato delle nuove procedure fallimentari. E’ uno degli aspetti che emerge dal bilancio statistico presentato dal dottor Carmine Pinelli, presidente reggente della Corte d’Appello, in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014, che si svolgerà oggi ad Ancona. Nel 2013 si è infatti registrato l’ennesimo aumento di istanze di fallimento (+7,8%), procedure fallimentari (+59%), esecuzioni mobiliari (+4,5%) e immobiliari ( +11,50%). Sul fronte dei reati ‘termometro’ per l’economia sono rimaste stabili le bancarotte fraudolente (273) ma sono cresciuti i casi di usura (60; +15%). Per il resto, il collasso di molte imprese è testimoniato dall’impennata di istanze di fallimento: dalle 1.502 del 2012 alle 1.620 del 2013.

Ancona detiene il record di nuove richieste di fallimento (505) seguita da Macerata (323), Pesaro (292), Ascoli Piceno (189), Fermo (165), Urbino (124) e Camerino (22). Molto elevato a Fermo il numero di nuove procedure fallimentari (293) che pongono in testa la città alla triste classifica davanti ad Ancona (143) e a Macerata (90).

In generale, tra i reati che hanno registrato un boom nel 2013 spiccano frodi comunitarie (158; +129%), lottizzazioni abusive (479; +309%), pedofilia (75; +53%) e crimini informatici (316; +60%), così come sono cresciuti i reati contro il patrimonio (861; +24%). Sono invece calati gli omicidi volontari (da 15 a 12 quelli consumati, con 4 donne vittime, -20%) e gli omicidi colposi per infortuni sul lavoro (da 18 a 16) ed è in calo l’attività terroristica (da 10 a 4 casi; -60%). Scendono anche i reati contro la pubblica amministrazione (-10%): corruzione (-62%), concussione (-44%), malversazione (54%) ed è pressoché stabile il peculato (+1%).Sono invece aumentati i delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso (da 2 a 3; +50%). Per i reati contro il patrimonio, ancora picco di furti (+23%), riciclaggio (+23%), usura e invece calo di rapine (-4%).

Resta la lentezza della giustizia marchigiana, dovuta anche a carenze di organico di giudici e impiegati.
Le pendenze sono salite per i reati di competenza della direzione investigativa antimafia (50; +35%). Ancona, dove ha sede la direzione distrettuale antimafia, detiene il record di intercettazioni (581) seguita dalla procura di Pesaro (568) e di Ascoli Piceno. Alla cerimonia di oggi parteciperà l’avvocato Vincenzo di Nanna, della Giunta esecutiva di Radicali Italiani, che protestano per una giustizia bacchettata dagli organismi internazionali.