Ancona, 9 aprile 2014 - Un’associazione a delinquere all’apice di Banca Marche avrebbe erogato credito facile agli imprenditori marchigiani e non solo. Pioggia di perquisizioni  della Guardia di Finanza dall’alba di oggi a casa di ventisette tra ex vertici, dirigenti e tecnici del gruppo Banca Marche, ma anche imprenditori. A disporle la Procura di Ancona che da circa un anno ha aperto l’inchiesta sulla passata gestione di Banca Marche. Acquisiti documenti e file nei computer di bancari, periti e imprenditori. I reati contestati sono di natura societaria (falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza) e natura patrimoniale (appropriazione indebita) ma a carico di 12 nomi tra gli ex vertici in carica dal 2004 al 2012 c’è anche il reato di associazione a delinquere finalizzata al falso in bilancio, all’appropriazione indebita, alla corruzione tra privati e all’ostacolo dell’attività di vigilanza.

Sono: l’ex direttore generale Massimo Bianconi, gli ex presidenti e vicepresidenti, Lauro Costa, Michele Ambrosini e Tonino Perini. I quattro ex vice direttori generali Leonardo Cavicchia, Pier Franco Giorgi, Claudio Dell'Aquila (ora in pensione) e Stefano Vallesi. Per la conntrollata Medioleasing: l'ex direttore generale Giuseppe Barchiesi, il vice direttore generale Fabio Baldarelli, l'ex capo servizi commerciali Daniele Cuicchi. E ancora: Giuseppe Barchiesi, Giorgio Giovannini e Massimo Battistelli. Giuseppe Paci, capo servizio concessione crediti crediti, Stefano Gioacchini, funzionario. A carico di 12 di loro (tutti tranne Battistelli, Paci e Gioacchini) l’associazione a delinquere. Bianconi, Barchiesi e Vallesi, sarebbero secondo i quattro magistrati che conducono l’inchiesta, promotori e organizzatori dell’ipotizzato sodalizio criminale. Mentre Ambrosini, Baldarelli, Cavicchia, Costa, Cuicchi, Dell'Aquila, Giorgi, Giovannini, Perini avrebbero avuto il ruolo di partecipanti.

Le indagini, coordinate dal procuratore Elisabetta Melotti, coadiuvata dai tre sostituti Andrea Laurino, Marco Pucillo e Valeria Sottosanti hanno preso il via da un doppio esposto dell’attuale dg Luciano Goffi su alcuni affidamenti milionari concessi a costruttori e altre imprese. Nei giorni scorsi i commissari straordinari di Bankitalia Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, con una lettera di diffida hanno intimato agli ex vertici e amministratori in carica dall'1 gennaio 2008, l'immediata restituzione degli emolumenti corrisposti e il risarcimento dei danni arrecati alla banca (circa un miliardo di euro).

I finanziamenti sarebbero stati erogati a imprenditori per lo più del settore edilizio, spesso in assenza di garanzie o con procedure incomplete o corredate da perizie non veritiere. Un vero e proprio gruppo organizzato che avrebbe favorito alcuni imprenditori <amici> nell'erogazione di centinaia di milioni di euro, ma anche procurato alla banca marchigiana un 'rosso' da circa 800 milioni di euro (oltre un miliardo per il bilancio consolidato) finito all'attenzione prima di Bankitalia che ha commissariato Bm, e poi della magistratura. La Procura ipotizza anche che da questo tourbillon di mutui e prestiti sia scaturito in qualche caso un arricchimento personale per alcuni indagati. 

Risultano indagati anche i tecnici e periti esterni di Banca Marche: Christian Renzetti e Giuseppe Lucarini. Una decina gli imprenditori  che hanno ricevuto la 'visita' delle fiamme gialle (ma il numero potrebbe crescere) tra cui: l’anconetano Pietro Lanari con le sue società immobiliari, i fratelli costruttori maceratesi Enrico e Giuseppe Calamante, Vittorio Casale di Roma. E poi Giovanni Taus, Luigi Rossi e Vincenzo Minardi della Poloindustriale srl ed Edilmix di Fano e Faustino e Giovanni Filippetti (Cava Gola della Rossa). Su di loro graverebbe il reato di appropriazione indebita avendo fornito per ottenere credito, garanzie giudicate, a torto, sufficienti dai vertici bancari.

Sara Ferreri