Ancona, 14 aprile 2014 - Nel quarto trimestre 2013, le esportazioni dei distretti delle Marche hanno chiuso a -1,8%, dopo un tentativo di ripresa nel terzo trimestre. E’ uno dei dati che emerge dal ‘Monitor dei distretti delle Marche’, curato dal servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca dell’Adriatico. Il risultato negativo è determinato dalla flessione delle esportazioni delle imprese distrettuali attive in tutte le filiere, ad eccezione delle macchine utensili e per il legno di Pesaro (+2,2%, dopo un terzo trimestre leggermente in flessione) e della jeans valley del Montefeltro (+7,6%).

Sono arretrate le altre imprese del sistema moda: calzature di Fermo (-1,2%), pelletterie a Tolentino (-6,5%), per la prima volta in territorio negativo dal secondo trimestre del 2010. E’ proseguito il calo registrato dai due poli della filiera degli elettrodomestici e del mobile, le cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano (-1,4%) e le cucine di Pesaro (-4,5%).

Si è confermata, infine, la frenata dell'export degli strumenti musicali di Castelfidardo (-12,2%). L'analisi della direzione dell’export ha evidenziato come la crescita delle esportazioni dei distretti marchigiani nel 2013 abbia scontato la scarsa vivacità dei nuovi mercati: sul totale d'anno, le vendite verso quelli maturi sono cresciute dell?1,6%, raggiungendo un livello di export pari a 1,8 miliardi di euro, a fronte del modesto +0,6% dei nuovi mercati, tra i quali rallenta la Russia (-2,3%), prima variazione negativa dopo la crescita a due cifre registrata nel triennio 2010-2012.

Sono in calo anche le esportazioni in Romania (-12%), trascinate al ribasso dai risultati negativi riportati su questo mercato dalle imprese delle pelletterie del Tolentino. Di segno opposto, invece, Cina (+16,7%) e Hong Kong (+9,2%), grazie al significativo contributo offerto dalle imprese delle calzature di Fermo e del distretto delle cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano, in calo su tutti gli altri principali mercati di riferimento. Tra i mercati maturi sono cresciuti i fatturati verso Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera, mentre hanno frenato i flussi verso la Francia; sostanzialmente stabili le vendite verso la Germania.

Fonte Agi