Ancona, 14 maggio 2014 - «MIO PADRE mi molestava da quando avevo 13 anni, ma non mi ero resa conto che quello che faceva fosse sbagliato. Solo a 15 anni, quando sono finita in ospedale perché soffrivo di anoressia, la psicologa che mi ha preso in cura è riuscita a farmi aprire e ho compreso quale trauma avessi subito. Le ho raccontato tutto e lei ha informato i Servizi sociali, che hanno sporto denuncia». E’ il racconto choc di Lucia (il nome è di fantasia), una studentessa di 19 anni residente ad Ancona, che ieri davanti al gip Alberto Pallucchini ha raccontato delle violenze subite dal padre, un commerciante originario del sud America indagato per violenza sessuale aggravata.

L’UOMO, che oggi ha 51 anni, è tornato in patria ed attualmente risulta irrintracciabile, ma il procedimento nei suoi confronti procede in Italia, dove si sarebbe consumata la violenza e dove la ragazza vive ancora. Ieri la testimonianza della 19enne è stata acquisita con la formula dell’incidente probatorio. Padre e figlia, tra il 2007 ed il 2009, hanno vissuto insieme ad Ancona: «I miei genitori erano arrivati in Italia insieme, portando con loro me e i miei due fratelli, poi però si erano separati — spiega Lucia — e io avevo scelto di andare a vivere con mio padre, che mi lasciava più libertà, a differenza di mia madre che invece ha un atteggiamento più rigido. Avevo 13 anni la prima volta che mio padre ha abusato di me, ma in quel momento non avevo capito che quel rapporto morboso mi stava traumatizzando».

Il profondo disagio subito da Lucia è emerso nel 2009, quando la ragazzina ha cominciato a soffrire di epilessia e anoressia. «Avevo attacchi epilettici — racconta — ma solo quando mi hanno ricoverato in ospedale per gravi disturbi alimentari ho potuto contare sul sostegno di una psicologa: con lei sono riuscita a confidarmi e a raccontare anche del rapporto con mio padre. La dottoressa mi ha aiutato a capire che proprio quel trauma era all’origine delle mie problematiche. Anche l’epilessia, di cui soffro tuttora, potrebbe essere legata al trauma».

Lucia ha deciso di raccontare la sua storia, anche appoggiata dalla madre, affinché le altre ragazze che come lei hanno subito abusi trovino il coraggio di denunciare tutto. «E’ difficile accettare il fatto che un tuo genitore, una delle persone che ti sono più care, possa farti del male, ma denunciare tutto è importante anche per poter affrontare il trauma, che purtroppo lascia segni profondi».

Alessandra Pascucci