Ancona, l'addio commosso di Menichelli alla città / FOTO

Il cardinale si commuove: "Pregate per me". Voce rotta e lacrime per il suo congedo dalla diocesi. Nuovo incarico dal Papa

Il cardinale Menichelli in lacrime (foto Antic)

Il cardinale Menichelli in lacrime (foto Antic)

Ancona, 25 settembre 2017 - "In questi 13 anni ho imparato a conoscervi. Grazie per la vostra bontà, per i continui segni di benevolenza, per l’accompagnamento. L’amore di un vescovo per la sua gente non è un bagaglio che si deposita. Continuerò ad essere d’aiuto a voi tutti". Il cardinale Edoardo Menichelli si congeda così dalla ‘sua’ gente. Con la voce rotta dalla commozione, che si trasforma in pianto al termine del suo saluto. E’ un congedo dalla comunità di fedeli che ha guidato per 13 anni, ma la ‘pensione’, per Menichelli, non significherà riposo. Almeno per qualche tempo. "Ho ricevuto dal Papa un incarico che durerà sei mesi", ha annunciato ieri. Incarico per ora top secret, almeno fino al primo ottobre, quando avverrà ufficialmente il passaggio di testimone con il nuovo vescovo, Angelo Spina. 

Menichelli lascia con una promessa: che il legame che per 13 anni, da quando nel maggio del 2004 si insediò nella cattedrale di San Ciriaco, lo ha tenuto vicino ad Ancona e alle altre comunità della diocesi, non si interrompe qui. Ieri, nella stessa cattedrale, Menichelli ha salutato i fedeli e le autorità della diocesi. Una cerimonia caduta in una giornata molto speciale, la festa della Dedicazione della cattedrale di San Ciriaco. Più che un congedo, un lungo ringraziamento a tutti coloro che lo hanno accompagnato in questo lungo percorso. I sacerdoti della diocesi, gli operatori della Caritas, i volontari, i catechisti. E poi le famiglie, le giovani coppie, le strutture al servizio dei bambini (Filo d’oro, Salesi e Bignamini su tutte), la società civile, le istituzioni.

"La famiglia – ha detto Menichelli – fa crescere la Chiesa di Ancona-Osimo, è la sua speranza. Poi ci sono i giovani. Il mio desiderio pastorale è che ci sia uno sguardo amorevole verso le nuove generazioni che sono oppresse da difficoltà socio-occupazionali e che patiscono una solitudine che non fa amare la vita. Mi auguro che la Chiesa continui a farsi carico dei poveri, degli esclusi, dei malati, dei bambini. Quante volte mi sono inginocchiato e ho pianto visitando il Filo d’oro, il Salesi, il Bignamini".  La società civile, poi. "Auguro a coloro che la amministrano – ha aggiunto – di essere sempre costruttori del bene comune. Con loro, in questi anni, ho sempre collaborato per il bene pubblico. La carità politica è compito di chi ha in affido la città". Dopo tanti ringraziamenti, le richieste. "Vi chiedo misericordia per i miei difetti – ha concluso – e, usando le parole di Papa Francesco, vi dico: per favore, pregate per me».

Parole che hanno toccato il cuore dei tantissimi fedeli presenti in cattedrale. Di fronte al pianto con cui Menichelli ha concluso il suo saluto, anche la folla si è commossa tributando una lunga standing ovation al suo vescovo. E ora? Martedì il cardinale incontrerà il nuovo vescovo di Ancona-Osimo al quale subito lascerà la casa che ha abitato per 13 anni. "Per alcuni giorni – ha detto – andrò a dormire in seminario e tornerò in curia per le ultime incombenze. Domenica ci sarò per l’insediamento di monsignor Spina. Poi tornerò nella mia città, San Severino dove il vescovo Francesco (Brignaro, ndr) ha accolto la mia richiesta: nel convento dei cistercensi oggi non più occupato è stato ricavato uno spazio per me più che sufficiente. E’ lì che abiterò".