L'allarme degli agricoltori. "I cinghiali stanno distruggendo tutto"

Danni alle colture e incidenti stradali, torna, come ogni primavera - estate, la rabbia: "Ci faremo giustizia"

DANNI INGENTI I cinghiali sono una condanna per gli agricoltori anconetani

DANNI INGENTI I cinghiali sono una condanna per gli agricoltori anconetani

Ancona, 30 maggio 2017 - Danni alle colture e incidenti stradali, torna, come ogni primavera/estate, la rabbia degli agricoltori. Dopo anni di ripetuti episodi, la situazione è diventata difficile e la previsione futura appare drammatica. Ad anticipare questa denuncia è la Cia (Confederazione italiana agricoltori) della provincia di Ancona. Il vertice dell’organizzazione di categoria lancia un appello alle istituzioni, a partire dal prefetto per arrivare fino a Regione e Provincia, affinché intervengano con urgenza prima che i cittadini e gli operatori, stanchi delle loro promesse, intervengano in prima persona con atti non controllabili.

Un'affermazione dura, ma che traduce alla perfezione lo stato d’animo con cui vivono ed operano gli iscritti alla Cia, specie alla vigilia della stagione più calda: «Siamo stanchi di vedere le nostre produzioni distrutte da branchi di cinghiali e se a ciò aggiungiamo che, quasi giornalmente, avviene un incidente stradale, sempre causato da ungulati, cinghiali o caprioli, la cosa è diventata assolutamente insopportabile. La Cia provinciale di Ancona - dichiara il Direttore Evasio Sebastianelli – da anni fa presente a tutte le autorità competenti che la situazione è inaccettabile tanto che molti agricoltori hanno deciso di lasciare incolti i propri terreni, ma quasi nulla viene fatto. Una delle azioni di prevenzione più efficace utilizzata negli anni passati per salvaguardare le produzioni è la caccia di selezione, abbattimento dei cinghiali in sovrannumero, ma ad oggi per inaccettabili problemi burocratici questa non viene più autorizzata».

La Cia passa ai fatti, entrando nel dettaglio: «Pagare tutti i danni subiti dagli agricoltori dal 2013 ad oggi - precisa Sebastianelli -, mettere in attuazione tutte quelle azioni che puntino alla riduzione della densità dei cinghiali nelle zone ‘vocate’ e l’eradicazione degli stessi su tutto il resto del territorio; rivedere il regolamento regionale; aiutare le imprese agricole ad istituire tutte le azioni possibili di prevenzione, recinzioni elettrificate, gabbie di cattura, agenti selettori per il pronto intervento su chiamata.

Questo perché gli agricoltori e i cittadini che coltivano i loro terreni per ottenere il risarcimento dei danni subiti ma perché vogliono raccogliere il prodotto frutto del proprio impegno e sudore. Le conseguenze negative di questo fenomeno hanno ricadute su tutta la collettività e sull’ambiente».

Con l’arrivo dei mesi più caldi iniziano le razzie dei branchi di cinghiali. In particolare sul parco del Conero, dove ci sono diversi agglomerati residenziali. Non si contano gli incidenti stradali, con auto e scooter colpiti dagli ungulati mentre attraversano la strada, la provinciale del Conero. Incidenti che, nel caso dei due ruote, hanno provocato, in alcuni casi, conseguenze molto serie per i centauri.