Ancona, attacca la sua azienda sui social, sindacalista licenziato in tronco

Sotto accusa vari post su un gruppo chiuso di Facebook

Emiliano Fava mostra la lettera di licenziamento ricevuta. E’ stato fotografato davanti alla sua azienda

Emiliano Fava mostra la lettera di licenziamento ricevuta. E’ stato fotografato davanti alla sua azienda

Ancona, 21 aprile 2017 - Mail cariche di rabbia, con accuse di incompetenza ad un ex dirigente, post provocatori sul gruppo chiuso di Facebook. Ecco perché il responsabile Rsu e della Sicurezza del cantiere Palumbo è stato licenziato per giusta causa. Emiliano Fava, il delegato in questione,  ha ricevuto la solidarietà dei suoi colleghi usciti dal cantiere navale, dalla Fiom e dagli operai di altri cantieri della città. Per l’azienda la misura era colma, dopo quattro sospensioni, tre delle quali impugnate dalla Fiom provinciale che parla di pretesti. In attesa dell’esito delle impugnazioni davanti la Direzione territoriale del lavoro, l’azienda ha fatto scattare la pesante misura. In caso di esito sfavorevole della pratica, dovrebbe riassumere il dipendente e pagare una serie di penali.

IL PRIMO provvedimento disciplinare risale al 24 agosto scorso, quando Fava (la nuova proprietà aveva acquisito il cantiere dopo l’offerta vincolante, al termine del percorso di concordato preventivo del 2016), in una mail indirizzata all’azienda aveva dato dell’incapace ad un dirigente della Isa, poi assorbito da Palumbo. La Fiom aveva deciso di non impugnare quella sospensione: «In effetti certe parole potevano essere risparmiate - afferma Emiliano Fava, supportato ieri dal calore dei colleghi all’uscita del cantiere, guardato a vista dalla vigilanza privata -, sebbene la sostanza fosse chiara. Non ci siamo opposti perché sembrava fosse possibile arrivare ad un accordo con l’azienda, anche sulla buonuscita. Invece le cose sono precipitate, anzi è iniziata una vera partita di caccia contro di me. Le altre sospensioni sono arrivate per delle frasi scritte su un gruppo chiuso tra noi operai ed impiegati ex Isa. Qualcuno le ha fatte arrivare alla direzione».

IN UN post Fava chiamava i lavoratori alla battaglia per tutelare i diritti al lavoro, dopo il silenzio dell’azienda su commesse, carichi di lavoro e rotazione della cassa integrazione. In un altro si firmava polemicamente con le sue generalità e la cifra 60mila euro, ossia la cifra in ballo per la sua buonuscita: «Secondo l’azienda - spiegano Giuseppe Ciarrocchi e Tiziano Beldomenico, segretari regionale e provinciale della Fiom - Fava avrebbe messo in atto questa strategia solo per veder aumentare la sua buonuscita. Inoltre avrebbe tenuto comportamenti lesivi per l’azienda e i suoi lavoratori. In realtà l’obiettivo della Palumbo è azzerare i sindacati interni, mettere a tacere ogni protesta. Ci siamo attivati per denunciare questo comportamento antisindacale. I 50 dipendenti che hanno deciso di firmare la lettera della direzione e di restare al lavoro, alle condizioni del padrone, si stanno pentendo».