Ancona, raid davanti al carcere: nel mirino le auto della polizia penitenziaria

Danneggiate una quindicina di macchine a Montacuto

Una delle auto rigate

Una delle auto rigate

Ancona, 16 ottobre 2016 - Raid davanti al carcere di Montacuto nella notte, danneggiate una quindicina di auto di proprietà degli agenti della polizia penitenziaria in turno. Pneumatici forati, carrozzerie rovinate, addirittura il disegno delle sbarre sul cofano di un paio di mezzi. Le telecamere della vigilanza del carcere hanno ripreso parte della ‘missione punitiva’, ma pare che a combinare il disastro sia stata una sola persona.

Secondo la ricostruzione effettuata dai rappresentanti dei lavoratori, l’uomo misterioso si è presentato a Montacuto pochi minuti dopo le 5, dunque in piena notte, e con assoluta determinazione ha iniziato a danneggiare le vetture che si trovava davanti. Una telecamera ha ripreso il raid vandalico, ma nessuno si è accorto in diretta di quanto stava accadendo all’esterno, nell’area attigua all’istituto di pena adibita parcheggio per i dipendenti. Al momento del cambio del turno, i primi ad arrivare alle auto si sono accorti di quanto era accaduto.

Donato Capece e Nicandro Silvestri, rispettivamente segretario generale e segretario regionale Marche del sindacato Sappe, non hanno dubbi: «Sono in corso le indagini per accertare il responsabile, ma respingiamo ogni tentativo di intimidazione. La polizia penitenziaria non si fa intimorire e svolge, come sempre con professionalità e umanità, il suo duro e difficile lavoro. Mercoledì scorso alcuni hacker che hanno violato il sito internet del nostro sindacato, lasciando sulla home page il messaggio ‘Giustizia per Cucchi’. Questi hacker sono di una ignoranza spaventosa: accusano noi, esponenti e rappresentanti della polizia penitenziaria, di volere giustizia per Stefano Cucchi senza sapere che sia la sentenza di primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari dalle accuse loro mosse.

Non vi siano collegamenti tra i danneggiamenti alle auto del personale di polizia penitenziaria di Montacuto e l’attacco hacker al sito del Sappe. Ribadiamo, con fermezza, che l’impegno del nostro sindacato, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una ‘casa di vetro’, cioè un luogo trasparente. Negli ultimi vent’anni, abbiamo salvato la vita, in tutta Italia, ad oltre 19.000 detenuti che hanno tentato il suicidio e ai 124mila per atti autolesionistici».