Doping e bufale, anche Emanuele Birarelli nella lista hackerata

Il senigalliesi dell’Italvolley: "Piangevo per la sciatalgia, niente di cui preoccuparsi". L'intervista

Emanuela Birarelli

Emanuela Birarelli

Ancona, 25 settembre 2016  - Gli kacher russi di Fancy Bear hanno snocciolato altri nomi. Le rivelazioni contro il sistema antidoping mondiale della Wada  - hackerato ormai da settimane come detto dalla stessa agenzia - stavolta hanno toccato anche atleti italiani dopo che in precedenza erano stati tirati fuori quattro elenchi con tanto di nomi e cognomi di campioni internazionali. Ben cinque sportivi tricolori tutti medagliati e nella lista c’è anche il centrale ostrense Emanuele Birarelli, medaglia d’argento olimpica un mese fa a Rio nel volley. Non c’entrano niente però le recente Olimpiadi e Birarelli non è neanche a rischio squalifica. Una bolla di sapone? Sembra proprio così. Perché il Bira – che è anche capitano dell’Italvolley maschile - è stato autorizzato all’assunzione di cortisone nel settembre 2015, quando era fermo per infortunio in Coppa del Mondo con la Nazionale, saltando anche gli Europei. Manifestazioni che non ha giocato. Però il suo nome è finito comunque in questa lista e al momento sta facendo ‘notizia’. Anche se – come dichiarato dallo stesso Birarelli – non c’è niente di cui preoccuparsi.

"Non riuscivo in quel periodo neanche a lavarmi i denti". Un anno fa di questi tempi forse gli saranno uscite anche le lacrime, tanto era il dolore per la sciatalgia. Ora Emanuele Birarelli, capitano dell’Italvolley, sorride. Dopo le notizie apparse venerdì che c’è anche il suo nome e cognome nell’elenco pubblicato dai russi di Fancy Bear di atleti autorizzati all’uso di sostanze dopanti per scopo terapeutico.

Birarelli la sua impressione?

"Rimango stupito di come una non notizia abbia avuto tutto questo effetto. In quel periodo mi stavo allenando e, forse per il sovraccarico, ebbi una grande sciatalgia. Mi fermai, andai a fare gli esami e ne scaturì che soffrivo di una grande ernia discale".

Poi?

"Mi dovevo curare. Non potevo fare altrimenti, avevo scosse anche al piede. Ho saltato quindi gli allenamenti, ma anche le manifestazioni con la Nazionali. Addio Coppa del Mondo ed Europei che stavo preparando".

Ha assunto medicinali prima di avvertire la Wada?

"Niente di tutto questo. Prima di iniziare le cure tu devi chiedere alla Federazione Internazionale se puoi prendere quel tipo di medicinale. Non puoi fare di testa tua. E così ho fatto".

Che medicinali ha preso?

"Non ricordo esattamente il nome, ma era cortisone e non certo per curare l’asma come è stato scritto in più parti. Assunto dopo che mi era arrivata l’autorizzazione da parte della Wada".

Quando arrivò l’ok per l’assunzione dei medicinali?

"Dopo una decina di giorni dalla richiesta, dopo che la federazione ha valutato le carte inviate e la mia posizione. Solo a quel punto ho iniziato a prendere i medicinali per rimettermi in piedi".

Quanto ci ha voluto per mandar via i dolori?

"Mi sono rimesso a posto dopo un paio di mesi. L’ernia ancora c’è, non è andata via, ma con le cure sto meglio e non sento più dolore. Questo è tutto. Niente segreti. E nella mia stessa posizione ce ne sono molti altri che hanno avuto problemi di salute".

Tanto che in estate il Bira è andato a vincere l’argento olimpico con l’Italia. Ora l’avventura con il club perugino. Iniziando ieri con la Supercoppa. Obiettivi?

"A Perugia c’è tanta fame di vittorie. Ci mancano i trofei, le vittorie. E’ una società ambiziosa. Non abbiamo vinto niente. E’ solo l’inizio".

Quanti giorni di vacanza dopo l’Olimpiade?

"Dopo due settimane ero già ad allenarmi".

Come si trova in Umbria?

"Siamo una bella squadra, attrezzata per far bene". Il Bira è pronto a schiacciare e murare. Anche gli kacker russi.