Calcio choc, Mancini: "Chiedo scusa, ma i giocatori non c'entrano"

Collemarino, botte all’arbitro, la difesa di Giancarlo Mancini presidente del Colle 2006

L’arbitro della sezione di Fermo sarebbe stato vittima di un vero e proprio linciaggio avvenuto in campo e negli spogliatoi da parte di giocatori, dirigenti e tifosi del Colle 2006

L’arbitro della sezione di Fermo sarebbe stato vittima di un vero e proprio linciaggio avvenuto in campo e negli spogliatoi da parte di giocatori, dirigenti e tifosi del Colle 2006

Collemarino (Ancona), 2 dicembre 2016 - Ventinove anni di squalifiche. Se non è record poco ci manca. La realtà è che il Colle 2006, società nata in uno dei più popolari e focosi quartieri di Ancona, Collemarino, dove il calcio è stata sempre un’occasione di sfogo e quasi di redenzione da realtà spesso difficili, rischia seriamente di sparire dalla faccia della terra. Colpa sicuramente dell’esuberanza di qualche dirigente e tifoso che sabato scorso, in occasione del partita con la Leonessa Montoro ha pensato di farsi giustizia mettendo nel mirino l’arbitro Eriseld Nazeraj, un ragazzotto di origini albanesi della sezione di Fermo. La giacchetta nera, Collemarino non se la scorderà facilmente. E’ passato dal campo del Sorrentino al pronto soccorso dell’ospedale, uscendone con un timpano quasi perforato e un dolore d’ossa allucinante. Il presidente del Colle 2006, Giancarlo Mancini è quello più colpito dalla scure del giudice sportivo: cinque anni di squalifica. «Neanche avessimo ammazzato qualcuno».

Dica la verità, lo avete picchiato l’arbitro...

"I giocatori non lo hanno neanche sfiorato, è quello che mi fa più male".

Lei, i tifosi?

"Noi sì. Io sono entrato in campo. Gli ho allungato la mano. La squalifica? Me la merito, mi sta bene. Sono disposto a chiedergli scusa centomila volte. Mai avevo alzato le mani prima su un campo di calcio. Non so cosa mi è successo. Ma i giocatori no. E questo mi fa inc...".

E allora perchè ne sono stati squalificati sette?

"Bisogna chiederlo all’arbitro che ha fatto il referto. I calciatori protestavano. Avevano fatto capannello attorno a lui. Cercavano di spiegargli che il gol non era valido. Poi siamo entrati noi. Ci minacciava che ci avrebbe cacciato tutti se non stavamo zitti".

E voi vi siete innervositi.

"Sì, lo ammetto. Ma la partita era già sospesa. I tesserati non lo hanno toccato. Questi ragazzi adesso sono finiti. Alcuni non giocheranno più. Il Colle non ha più ragione d’esistere".

Quello che è successo è grave però, presidente.

"Io so solo che siccome in passato ci dicevano sempre che reagivamo male, ci siamo impegnati al massimo, offrendo a tanti ragazzi di Palombina, di Ancona di venire a giocare qui da noi per toglierli da in mezzo alla strada. Non abbiamo neanche i rimborsi. E’ come stare tra amici. Ci sono squadre di prima categoria che pagano fino a 800 euro al mese. Noi ce lo sogniamo".

Cosa intendete fare?

"Ne parleremo. Io vorrei chiudere tutto. Mi dispiace per i giocatori. La loro squalifica è una vergogna. Non lo meritano".