Ancona, centro estetico a luci rosse, sui lettini i servizi erano sessuali

Indagine partita da Senigallia: i cinesi gestivano locali pure ad Ancona

Centri massaggi

Centri massaggi

Senigallia (Ancona), 27 aprile 2017 - Sulla carta erano semplici ‘servizi estetici’, in realtà erano prestazioni sessuali quelle che cinque ragazze cinesi offrivano ai clienti di un centro massaggi di via Sanzio, a Senigallia, stando a quanto raccontato dagli uomini che lo frequentavano e alle intercettazioni ambientali disposte dal sostituto procuratore Rosario Lioniello. Le ragazze che incontravano i clienti sarebbero state sfruttate da quattro connazionali e da un’estetista campana, che rastrellavano il denaro versato dai clienti, organizzavano la rotazione delle giovani in vari centri massaggi dislocati in tutta la provincia e davano loro ospitalità in un appartamento di Senigallia.

I presunti sfruttatori dovranno affrontare un processo, che si aprirà il 22 novembre, dopo che ieri il giudice Francesca Zagoreo ha deciso di rinviare tutti a giudizio. Alla sbarra Fangji Wu, cinese di 38 anni, la moglie Minfeng Jiang, Hanyhong Hu, 33enne difeso dall’avvocato Marco Fanciulli, Yongliang Teng, 46 anni, oltre all’estetista Anna Sarcona, 46enne, che dalle carte sarebbe stata il direttore tecnico del centro massaggi, difesa dall’avvocato Corrado Canafoglia. Lo stesso gruppo di persone avrebbe gestito per alcuni anni altri centri massaggi nella zona del Piano San Lazzaro, ad Ancona, e uno a Falconara.

Sotto sequestro era finito però solo il centro massaggi di Senigallia, smantellato dagli agenti del Commissariato senigalliese il 2 marzo 2015, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Lioniello. Secondo quanto ricostruito, il locale di via Sanzio era stato inizialmente preso in affitto da Fangji Wu, che nel maggio 2013 aveva avviato un’attività di prostituzione sotto il paravento del centro estetico, abilitato grazie alla disponibilità di Anna Sarconi, che figurava come responsabile tecnico. Contemporaneamente il ‘manager’ cinese aveva affittato un appartamento in via Goldoni, dove lui stesso abitava e offriva ospitalità alle giovani massaggiatrici.

Nella gestione, il primo novembre 2013, erano poi subentrati la moglie e gli altri connazionali di Wu, che avrebbero sostanzialmente condotto l’attività seguendo le orme del predecessore. In tutto sono stati ascoltati 45 clienti, alcuni giovanissimi, altri irreprensibili padri di famiglia, che avrebbero riferito dei servizi extra offerti dalle massaggiatrici. Le tariffe andavano da 30 a 50 euro. Anna Sarcona, cui era intestata la licenza per servizi estetici e che lavorava nei centri gestiti dai cinesi, attraverso l’avvocato Canafoglia respinge le accuse: «Quando la mia assistita era presente nel locale – spiega il legale – non si è mai accorta che le ragazze svolgessero attività di prostituzione». Una versione comune anche agli altri imputati.