Ancona, parla l'uomo colpito da Chikungunya

"Febbre alta e dolori agli arti: ho pensato di avere un infarto"

L’uomo si è rivolto all’ospedale Profili di Fabriano

L’uomo si è rivolto all’ospedale Profili di Fabriano

Castelplanio (Ancona), 17 settembre 2017 - «Ero seduto in treno, sentivo la febbre, grande stanchezza e come delle contrazioni agli arti inferiori e al braccio sinistro, così ho pensato a un infarto. Ho deciso di scendere subito dal treno senza far rientro a casa e andare direttamente in ospedale a Fabriano». Così ai sanitari il 65enne residente a Castelplanio, ma originario del Lazio colpito da Chikungunya nel suo soggiorno di tre settimane, ad agosto. Le contrazioni muscolari agli arti inferiori gli hanno suggerito di correre immediatamente al pronto soccorso dove è stato scoperto che si trattava di ben altro. La febbre a 40 e gli altri sintomi hanno portato al ricovero immediato del 65enne italiano che venerdì è stato dimesso.

Poco dopo attorno alla sua casa di campagna in cui vive con la famiglia sono arrivati i tecnici della disinfestazione ma anche gli amministratori comunali e il personale Asur. «Ma che state a fa? io sto bene» li ha apostrofati in dialetto. «Non capisco perché tutta questa mobilitazione. Non c’è bisogno» ha aggiunto chiedendo spiegazioni.

Una nota di colore in una procedura rigorosa come spiega il sindaco di Castelplanio Barbara Romualdi: «Venerdì pomeriggio mi hanno chiamato dall’Asur dicendo che il signore di Castelplanio colpito dalla zanzara era stato appena dimesso dall’ospedale di Fabriano e bisognava attuare il protocollo previsto. E già poco dopo l’istituto zooprofilattico Umbria Marche e una nostra ditta stava effettuando la disinfestazione nel raggio di 200 metri attorno all’abitazione del nostro concittadino che si è già ripreso bene. La prima disinfestazione che non è altro che quella che viene effettuata a ogni estate, è stata compiuta già la sera stessa e ne seguiranno altre due. In collegamento diretto con l’Asur tutto il protocollo previsto è stato attuato. Così come a Fabriano è stato fatto a Castelplanio. Abbiamo potuto bypassare – aggiunge la sindaca – il problema avvertire la popolazione e i residenti della zona perché non ci sono abitazioni limitrofe a quella del 65enne nel raggio di 200 metri. Fortunatamente lui non è donatore di sangue e non parliamo di una malattia contagiosa. Preserveremo la sua privacy e raccomandiamo di evitare qualsiasi allarmismo perché è stato seguito alla lettera il protocollo».

Intanto torna a lanciare l’allarme zanzare all’ospedale di Jesi il Tribunale del Malato: «Questo caso di Castelplanio ci dà pienamente ragione delle nostre preoccupazioni sulla presenza di larve nelle vasche d’acqua che si trovano sotto il nuovo ospedale Carlo Urbani. La prima cosa da fare è tenere asciutte le vasche, nodo da noi più volte sollevato, invano. Sindaco e giunta dovrebbero attivarsi per prevenire casi del genere. Il consigliere regionale Enzo Giancarli poi aveva promesso interventi per risolvere definitivamente il problema, ma cos’è stato fatto?».