Cimitero nel degrado, loculi usati come cestini per rifiuti

Tra crepe sui muri, buche sull’asfalto, marciapiedi rotti ed erbacce

Una tomba avvolta nel degrado (foto Raimondo Montesi)

Una tomba avvolta nel degrado (foto Raimondo Montesi)

Ancona, 30 marzo 2017 - Sarà la sindrome da ponte autostradale, ma ogni volta che ci si trova a passare sotto qualcosa di ‘solido’ c’è la tentazione di alzare lo sguardo per vedere se tutto è a posto. Al cimitero di Tavernelle non c’è da stare troppo tranquilli, soprattutto se si percorre il lungo passaggio coperto che si trova nella parte bassa, a destra (entrando). In più punti l’intonaco è caduto, tanto che si scorgono le sbarre di ferro di sostegno. Per non parlare delle crepe, in alcuni punti così grandi da ospitare una rigogliosa ‘vegetazione’. Non è proprio rassicurante passare sotto questa enorme sporgenza in cemento. C’è solo da domandarsi se vengano fatti dei controlli a livello strutturale (sopra ogni giorno passano decine di persone).

Per il resto il cimitero è un perfetto simbolo della città, di cui riproduce in piccolo alcune delle principali caratteristiche: asfalto disastrato, marciapiedi rotti, muri che cadono a pezzi, erbacce, cassonetti sfondati e panchine in pessimo stato. Per non parlare delle condizioni in cui si trovano molti loculi e tombe. E’ un panorama abbastanza desolante, tanto più che la natura del luogo richiederebbe almeno un po’ di rispetto. E anche un po’ di sicurezza. Considerando che molti anziani vengono a trovare i loro defunti, non è piacevole vedere marciapiedi sconnessi e con piastrelle mancanti, su cui è facile inciampare. Muri e muretti come si diceva perdono i pezzi, pezzi che nessuna anima pia si preoccupa di togliere. In certi punti l’asfalto è tutto buche, crepe e avvallamenti, manco fossimo in corso Stamira.

Ci sono panchine piegate all’indietro e semi invase dalla vegetazione spontanea, altre sporche e scrostate. Dietro, tra il fogliame, emergono contenitori di plastica. Eppure di cassonetti ce ne sono tanti in giro (e qualcuno è pure integro). Meglio lì che infilati nei loculi vuoti, come accade in più punti dell’area cimiteriale. Percorrendo i lunghi sentieri non si può fare a meno di notare il generale stato di degrado, tra erbacce che si arrampicano ovunque (spuntano perfino dall’asfalto), cancelli divelti, fiori e arredi funerari gettati in terra, attrezzi da lavoro e cartelli buttati alla rinfusa dove lo sguardo non (dovrebbe) cadere. Insomma, pare che gli anconetani non possano sfuggire al degrado nemmeno da morti.

r.m.