Delitto di via Crivelli, un perito per valutare lo stato mentale di Tagliata

Intanto la difesa chiede di spostarlo da Torino

Antonio Tagliata

Antonio Tagliata

Ancona, 4 marzo 2016 - Per Antonio Tagliata si apre ufficialmente lo spiraglio dell’infermità mentale: sarà un perito super partes nominato dal giudice a stabilire la sua capacità di intendere e volere il 7 novembre, quando il 19enne fece fuoco con una pistola calibro 9 contro i genitori della fidanzatina di 16 anni, uccidendo entrambi.

Il primo marzo il pm Paolo Gubinelli, che coordina l’inchiesta per duplice omicidio, ha chiesto al gip Antonella Marrone un incidente probatorio per valutare le condizioni psichiatriche di Tagliata. Non è escluso che, se la richiesta venisse accolta, l’incarico venga affidato al professor Renato Ariatti, già nominato perito del giudice per valutare la compatibilità di Antonio con il carcere. Il parere di Ariatti aveva comportato sabato scorso il trasferimento dell’indagato, reo confesso del delitto, nel carcere di Torino, che garantisce un’assistenza psichiatrica ai detenuti attraverso una convenzione con il sistema sanitario. Lunedì però il dottor Antonio Pellegrino, responsabile aziendale della sanità penitenziaria piemontese, aveva scritto al gip e alla Procura di Ancona ritenendo rischioso e immotivato lo spostamento del detenuto, sia perché viene violato il principio di territorialità (dato che Tagliata è stato trasferito in un’altra regione), sia perché l’allontanamento dalla famiglia potrebbe aggravare i disturbi della personalità del 19enne, che dice di sentire voci che gli ordinano di compiere gesti di autolesionismo.

Lo stesso Ariatti, ieri, ha visitato Antonio nel carcere di Torino, per valutare se la nuova sistemazione sia adatta per il giovane. Alla luce della segnalazione del dottor Pellegrino, l’avvocato Luca Bartolini, che rappresenta Tagliata, rinnoverà la richiesta di trasferire il 19enne in una struttura sanitaria delle Marche. Il luogo indicato è il reparto di Psichiatria di Torrette, dove comunque Tagliata sconterebbe la detenzione.

Bartolini invoca anche il diritto alla difesa del ragazzo, assistito attraverso il gratuito patrocinio. Il legale non potrebbe ottenere un rimborso per gli spostamenti fino a Torino, né per sé, né per il consulente di parte, lo psichiatra Gabriele Borsetti. Se l’incidente probatorio per stabilire la capacità di intendere e volere di Tagliata avvenisse ad Ancona, sarebbe possibile per il legale e per il consulente partecipare alle sedute. D’altro canto, però, il perito nominato dal giudice sarebbe super partes, rendendo superflua la partecipazione del consulente della difesa.