Fabriano, acqua inquinata: rubinetti chiusi per 5mila

Divieto di utilizzo a scopo potabile, per cucinare e lavare gli alimenti. Autobotte attiva

Una cisterna d'acqua

Una cisterna d'acqua

Fabriano (Ancona), 18 ottobre 2017 - Senz'acqua quasi 5mila fabrianesi residenti del quartiere Borgo a causa del superamento dei parametri da escherichia coli e coliformi della linea acquedottistica che rifornisce gran parte del popoloso quartiere. L’ordinanza firmata dal sindaco Gabriele Santarelli, dopo la comunicazione da parte della Multiservizi dello sforamento, riguarda un lungo elenco di vie e località tutte tra nella zona che dalla città conduce verso Sassoferrato tramite la vicina strada provinciale.

Nel dettaglio sono off limits le utenze delle vie Martiri di Kindu, Fornaci, don Pietro Ragni, Sassi, Biondi, Martiri delle foibe istriane, Rizzi, Brodolini, Romagnoli, San Cristoforo, Caduti di Nassiryia, Merloni, Pascoli, Rossi, Martiri della Libertà, Ciampicali e Urbani, oltre alle località Civita, Cortina San Nicolò, Cà Maiano e Trigo.

«Il divieto – si legge in una nota del Comune – è a scopo potabile e alimentare quindi riguarda bere, lavare frutta, verdura e altri alimenti. E’ invece possibile utilizzare l’acqua per tutti gli altri consumi compresi quelli igienici personali e l’attivazione delle lavatrici».

Sin dal pomeriggio di ieri un’autobotte è stata posizionata nel parcheggio delle scuole elementari Mazzini per la distribuzione gratuita di acqua potabile, mentre nel piazzale del campo sportivo di via Caduti di Nassiriya sono state piazzate due ceste contenenti buste di acqua potabile da cinque litri. "I punti rifornimento rimarranno attivi fino a quando le analisi non daranno esito favorevole", annuncia la Multiservizi che in tutte le aree interessate dall’interruzione della potabilità ha provveduto a posizionare volantini informativi per allertare la popolazione.

Praticamente un replay di quanto accaduto nella prima decade di luglio, ovvero all’inizio dell’attuale legislatura dell’amministrazione comunale. In quella circostanza lo stop durò quattro giorni, ovvero i tempi tecnici necessari per effettuare i nuovi esami dell’Asur da cui scaturirono valori rientrati nella norma innescando l’ordinanza di revoca del divieto.

Stavolta il canovaccio potrebbe essere assai simile, in quanto anche per tutti gli altri casi registratisi in passato in diverse zone dell’abitato (frazioni comprese) l’esame-bis ha fornito esito positivo. Possibile che un ruolo determinante lo abbiano giocato le recenti piogge favorendo l’infiltrazione nelle tubature della linea denominata ‘Fab28’ di sostanze organiche del terreno o escrementi di provenienza animale.