Furto a Jesi, narcotizzati dentro casa

I malviventi sono entrati dalla finestra del balcone della cucina al primo piano

Furto nella notte a Jesi

Furto nella notte a Jesi

Jesi (Ancona), 15 giugno 2017 – Con il caldo torna l’incubo dei furti notturni con persone in casa: «Siamo stati narcotizzati» racconta ancora sotto choc un avvocato jesino.

«Se non fosse stato per il vicino di casa – riferisce l’avvocato Emanuele Torcoletti, forse avremmo dormito tutta la mattinata. Il suono del campanello ininterrotto ci ha svegliati. Un gran mal di testa e mi sono accorto che non avevo più la fede al dito. Davvero una brutta sensazione capire che un ladro è venuto nel tuo letto ed è stato nella camera di tuo figlio». Risveglio da incubo, quello che martedì mattina: addosso la terribile sensazione di essere stati toccati nel sonno da un malvivente e la consapevolezza che svegliandosi sarebbe potuta andare peggio. I malviventi sono entrati dalla finestra del balcone della cucina al primo piano, sollevando la serranda che era leggermente alzata per il caldo e per lasciar passare il gattino. L’hanno sollevata per infiltrarsi e cercare oro e contanti nelle stanze. «Siamo stati svegliati – racconta ancora sotto choc l’avvocato Torcoletti - dal suonare insistente del campanello. Erano le 7,10 un nostro ex vicino di casa che spesso gioca a bocce nel campo qui vicino ci avvertiva di aver trovato in giardino la borsa di mia moglie. Dentro ancora il portafoglio, senza soldi ma con il documento d’identità. Così abbiamo capito. Ci siamo alzati con un gran mal di testa e senso di stordimento e cercando in casa ci siamo resi conto che mancava anche il mio portafogli che conteneva bancomat e carta di credito oltre ai soldi. E qualche oggetto d’oro prelevato nelle camere da letto».

Il bottino del furto su cui indagano i carabinieri è di 1.500 euro. Per la famiglia Torcoletti non è il primo furto: «Era già capitato qualche anno fa ma non eravamo in casa – racconta il legale -. Stavolta ci ha spaventato di più perché eravamo in casa e non ci siamo accorti di nulla. Non ricordiamo rumori». Carte di credito e bancomat sono state ritrovate poi sparse nel giardino di casa.