Jesi, fedi rubate ai morti. In un mese già due episodi

Si indaga su chi ha accesso all'obitorio

I carabinieri

I carabinieri

Jesi (Ancona), 1 marzo 2018 -  Due fedi rubate all’obitorio, in poco più di un mese: i carabinieri indagano a trecentosessanta gradi. Potrebbe trattarsi di qualcuno che da fuori riesce a infiltrarsi senza dare nell’occhio oppure di chi lavora in questa ala dell’ospedale Carlo Urbani con le salme. L’area non è videosorvegliata come fanno notare dal Tribunale del Malato, ma alcune testimonianze potrebbero essere utili a incastrare il ladro senza cuore.

Martedì dall’anulare di un uomo di 80 anni composto all’obitorio  è sparita la fede nuziale d’oro. Sfilata dal dito in pochi istanti. Tanto da lasciare attoniti gli stessi famigliari. Il figlio, ancora sotto choc per l’accaduto ha deciso di denunciare il fatto ai carabinieri che hanno avviato le indagini. A metà gennaio, il 13, il precedente, denunciato sempre in caserma, ai danni di un 79enne di Monsano, sempre all’obitorio di Jesi. I carabinieri stanno indagando nell’ ambiente ospedaliero ma anche tra chi accede con un certa frequenza alla camera mortuaria. «Urge l’installazione di telecamere nei tantissimi accessi all’ospedale – incalza il coordinatore del Tribunale del Malato Pasquale Liguori –, anche e soprattutto al pronto soccorso e all’obitorio. A Fabriano il servizio è stato già appaltato, perché a Jesi no?».

sa.fe.