Giovanni Padovani: chi è il giovane in cella per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi

Nato a Senigallia, era calciatore di serie D, giocava in Sicilia. Il dirigente: "Si vedeva che non era sereno". La relazione con la vittima iniziata circa un anno fa, poi la denuncia per stalking

Ancona, 24 agosto 2022 - Giovanni Padovani, 26 anni, ora in carcere con l'accusa di omicidio, è un calciatore di serie D nato a Senigallia, ma ha militato in varie squadre in giro per l'Italia e ultimamente giocava in Sicilia. Che avesse sviluppato una vera ossessione per l'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi - che avrebbe ucciso sotto casa massacrandola a colpi di martello - era evidente non solo dalla denuncia per stalking della vittima e dalle testimonianze della sorella di lei ( VIDEO) e dei vicini di casa (VIDEO), ma anche dal suo comportamento in squadra. Persino il dirigente della Sancataldese ora commenta: "Si isolava, non era sereno".

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Dalla Sicilia è arrivato a Bologna in aereo e ha aspettato la donna per due ore sotto casa: quando lei è arrivata l'ha massacrata di botte, colpendola anche con un martello, fino ad ammazzarla. Ecco chi è Giovanni Padovani, 26 anni, che ora è in carcere con l'accusa di omicidio.

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Giovanni Padovani, in cella per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani, in cella per l'omicidio di Alessandra Matteuzzi

La donna per lui era diventata una vera ossessione. "Non vedo mai la mia fidanzata Alessandra e questo un po' mi dà fastidio", aveva sottolineato persino in un'intervista rilasciata il 14 dicembre scorso a Mondocalcionews.it, uno dei siti di riferimento per gli appassionati di calcio. 

Calciatore e modello

Padovani non viveva più da tempo a Senigallia, ma a Bologna. Ma nella città natale tornava ogni tanto per rivedere la famiglia e alcuni amici, che lo ricordano come una persona molto sicura di sé, entusiasta del suo lavoro nel calcio e dell'attività come modello: fisico alto e atletico, di bell'aspetto e ben curato, tanto da esibirlo costantemente sui social

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Ventisette anni a novembre, Padovani, originario di Cesano di Senigallia (Ancona), ha un curriculum da difensore in diverse squadre: ha militato nelle giovanili di Alma Juventus Fano, Ancona e Napoli, poi in giro per l'Italia, nelle categorie inferiori e con una sola stagione in Serie C con i toscani del Gavorrano; l'approdo per la prossima stagione alla Santacataldese è durato poco, visto che 8 giorni fa è stato messo "fuori rosa a causa del suo ingiustificato allontanamento". 

Pur nato nelle Marche, è soprattutto nel resto d’Italia che si è fatto conoscere come calciatore. Lunga infatti la sua militanza in diverse formazioni di serie D, la quarta serie del calcio italiano, prima dilettantistica. L'ultima formazione in cui ha militato è il Sancataldese, a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta.

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Di ruolo difensore, 186 centimetri per 79 chilogrammi di peso, dopo un’esperienza nel settore giovanile dell’Ancona, dal 2013, diciottenne, ha militato in numerose formazioni di varie parti d’Italia, recentemente al Meridione. Nel 2013-14 era alla Sambonifacese (Veneto) in serie D, da cui a stagione in corso è approdato in Toscana al Gavorrano, nell’allora Lega Pro (l’attuale serie C). Quindi, ancora tanta serie D, anche in Emilia Romagna, con diverse presenze nel 2015-16 al Bellaria, mentre nel 2018-19 ha giocato qualche partita nel Cailungo, nel campionato nazionale sanmarinese.

Nel torneo scorso, stagione 2021-22, ha militato prima nel Troina, sempre in Sicilia ed in serie D, e poi, da febbraio 2022, al Giarre, rimanendo dunque nella stessa regione e nella stessa categoria. A metà luglio di quest’anno la Sancataldese, compagine di San Cataldo, provincia di Caltanissetta, ne aveva annunciato l’ingaggio come difensore per il torneo di serie D 2022-23 che inizierà a settembre.

La relazione con Alessandra Matteuzzi

La relazione con Alessandra Matteuzzi era iniziata - riferisce la sorella della vittima - circa un anno fa, ma i due si vedevano poco, proprio a causa del fatto che Padovani giocava in Sicilia. Poi si erano incontrati per alcuni giorni e la breve convivenza non era andata bene. "Lui aveva rotto piatti, staccato la luce dell'appartamento dal quadro generale", spiega la sorella. A gennaio "erano iniziati gli atti persecutori e Alessandra l'aveva denunciato per stalking ai carabinieri.

Il dirigente: "Non era sereno"

"Giovanni Padovani era arrivato alla Sancataldese circa 10 giorni fa. Sebbene nei giorni trascorsi in albergo per il ritiro con i compagni avesse avuto un comportamento normale, e con loro aveva anche instaurato un buon rapporto, sembrava un ragazzo un po' solitario". A descrivere il comportamento degli ultimi giorni del  è l'avvocato Salvatore Pirrello, dirigente e legale della Sancataldese, squadra di calcio di Serie D. "Avevamo intuito - aggiunge - che avesse dei problemi e che non era sereno. Spesso si isolava, tant'è che sabato aveva lasciato improvvisamente il ritiro dicendo all'allenatore che per problemi personali doveva andare via. Lunedì ci aveva ricontattato per chiedere di rientrare in squadra. Ma il fatto che fosse andato via senza nessuna spiegazione la sera prima della partita di domenica, contro il Catania - ricostruisce l'avvocato Pirrello - per noi era un fatto grave e quindi non lo abbiamo più reintegrato in squadra comunicandogli che per quanto ci riguardava poteva cercare una nuova società. Certo nessuno poteva aspettarsi fatti simili. La notizia ci ha sconvolti".

La società: era già stato sospeso

"Condanniamo senza se e senza ma ogni violenza e femminicidio. Non riusciamo a trovare le parole per commentare i fatti che si sono verificati ieri sera a Bologna, per la furia e la ferocia subita da Alessandra Matteuzzi. Ciò che proviamo in questo momento è choc e sgomento", è l'amaro commento della dirigenza della Sancataldese, precisando che Padovani era già stato allontanato.

"La Società Sancataldese Calcio - continua la nota - tiene a puntualizzare che il calciatore Giovanni Padovani già lo scorso sabato 20 agosto era stato messo fuori rosa a causa del suo ingiustificato allontanamento. La dirigenza verde amaranto si stringe al dolore della famiglia della vittima, certi che la legge faccia il suo corso".