Michele Scarponi, silenzio irreale all'arrivo dei gemellini con le maglie del papà

Alla camera ardente nel palazzetto dello sport di Filottrano, mano nella mano con mamma Anna

Filottrano, la camera ardente di Michele Scarponi (foto Antic)

Filottrano, la camera ardente di Michele Scarponi (foto Antic)

Filottrano (Ancona), 25 aprile 2017 - Saltellano leggeri indossando le magliette conquistate e regalate loro dal caro papà, troppo grandi per quei corpicini magri da cui spuntano due testoline bionde, eppure minuscole rispetto all’amore infinito del genitore. Ignari di tutto, i due gemellini di Scarponi, Tommaso e Giacomo, sono felici perché portano addosso quel vessillo che li protegge da tutto.

E fa ancora più male a chi li vede sfilare, a chi sa a cosa stanno andando incontro. La loro ingenuità ieri mattina si è schiantata contro la consapevolezza tetra degli adulti. Uno schiaffo improvviso. I grandi cercano di fare buon viso per non turbarli, anche se le lacrime rigano i loro volti luccicanti sotto la luce del sole. Il calore della splendida mattinata li avvolge tutti al loro arrivo e li culla prima di farli entrare nel palazzetto, nella penombra che custodisce il feretro del loro amato papà. 

AGGIORNAMENTO - Il giorno del funerale

Tra la luce piena e la semi oscurità c’è solo una porta che i gemellini non hanno paura di varcare fintanto che tengono stretta la mano alla mamma Anna e alla psicologa. Si chiamano a vicenda, sorridono e poi a un tratto percepiscono l’intensità della situazione anche se non possono riuscire a ricollegarla alla tragedia. 

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Il palazzetto è stato fatto sgombrare dalle centinaia di persone alle 11.30 solo per loro. Quando arrivano cala un silenzio agghiacciante nel piazzale, il silenzio di chi sa di avere di fronte creature innocenti che hanno perso un padre, l’amico più fidato, il faro. Dentro sono rimasti gli zii Marco e Silvia e i nonni Giacomo e Flavia. I bimbi sono entrati e poi si sono stretti tutti attorno alla bara aperta ricoperta di corone di fiori, rigorosamente a porte chiuse. La famiglia si è ricomposta al PalaGalizia, tempio che ha custodito, per venti intensissimi minuti, gli Scarponi nel segno di un campione che non morirà mai.