Cupramontana, bimbo ucciso. Il papà killer: "Non ero io, ero posseduto"

Imeri resta in carcere, le sue dichiarazioni al gip. Il piccolo Hamid aveva 5 anni, il fratellino è stato affidato al nonno e al fratello mentre la madre incinta è ancora in ospedale

Besart Imeri ha confessato di aver ucciso il figlio di 5 anni

Besart Imeri ha confessato di aver ucciso il figlio di 5 anni

Cupramontana (Ancona), 7 gennaio 2018 - "Quello non ero io, una forza soprannaturale mi ha come posseduto. Mi sono reso conto di quello che avevo fatto solo quando Hamid non respirava più. Ma io gli volevo bene". A parlare stamattina in carcere davanti al gip Carlo Cimini Besart Imeri, il disoccupato macedone di 26 anni, che giovedì sera ha ucciso, strangolandolo, il figlioletto di 5 anni, nella sua auto a Cupramontana (FOTO).

Il giovane, molto introverso ha risposto per un’ora e mezzo alle domande del gip alla presenza del pm Valentina Bavai e del difensore Raffaele Sebastianelli, che ha trovato il 26enne "confuso e affranto, ma più lucido dei giorni scorsi, come se si stesse rendendo conto ora dell’accaduto". Besart era in cura da poche settimane al dipartimento di salute mentale di Jesi per una depressione probabilmente seguita alla perdita del lavoro. Non riusciva a dormire per questo prendeva dei farmaci, probabilmente ansiolitici.

Padre di un altro figlio piccolo e di un terzo in arrivo, Besart ultimamente avrebbe sofferto di sbalzi d’umore ma il fenomeno di sdoppiamento della personalità che ha riferito ieri sarebbe nuovo per lui. Ha ammesso di aver ucciso Hamid appena saliti in auto per una passeggiata. Ma quell’auto non si è nemmeno mossa dal parcheggio. Secondo il suo racconto sarebbe stato "posseduto da qualcosa, forse un'entità soprannaturale", che lo ha lasciato una volta morto il bimbo.

Il gip ha convalidato il fermo, Besart rimane dunque in carcere. Ma sarà l'autopsia, martedì all’ospedale regionale di Torrette, a fare ancora più chiarezza. Sarà il medico legale Carlo Pesaresi ad eseguirla. La difesa ha nominato un perito di parte, Raffaello Sanchioni.

image

LA FAMIGLIA - Il fratellino minore di Hamid, tre anni, è stato affidato al nonno e al fratello di Besart che vive a San Paolo con la moglie e un figlio. Era in casa a Cupramontana il piccolo di tre anni e pochi minuti dopo la tragedia è stato portato via. Ora è protetto dall’affetto della famiglia, lontano però dalla mamma Sevime che ancora in stato di choc resta ricoverata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Urbani di Jesi, al settimo mese di gravidanza. Il feto non avrebbe subito conseguenze dal terribile choc, ma la donna, timida e riservata, resta sotto stretta osservazione medica e psicologica.

Ieri ha raggiunto il bar dell’ospedale. Ha provato a leggere le cronache sul terribile gesto accadutole appena due pomeriggi prima. Ma non ce l’ha fatta: è scoppiata in un pianto inconsolabile tra un ‘Perché’ e l’altro. E il suocero Bajram che la accompagnava le ha tolto i giornali, riportandola in camera. 

I vicini di casa: "Bimbi con un'allegria contagiosa"

image