Ancona, "l’hotel al parco del Cardeto è una bufala. Rischiamo un altro ex Metro"

Il comitato davanti al Comune per protestare contro la variante

LA MANIFESTAZIONE In alto e a destra la protesta davanti al Comune e il corteo in piazza Cavour. A lato Loretta Boni e Francesco Berardinelli

LA MANIFESTAZIONE In alto e a destra la protesta davanti al Comune e il corteo in piazza Cavour. A lato Loretta Boni e Francesco Berardinelli

Ancona, 16 luglio 2017 - Giù le mani dal Parco del Cardeto ‘Franco Scataglini’. Come dieci anni fa, i cittadini scendono in piazza per dire no alla costruzione di un albergo negli spazi dell’ex caserma Stamura. Ieri pomeriggio alcune decine di persone si sono ritrovate davanti al Comune con uno striscione bianco su cui campeggiava la scritta rossa ‘No hotel Cardeto libero’. Sarebbero stati sicuramente di più se non fosse stato uno splendido sabato pomeriggio di metà luglio. In ballo c’è infatti il destino di un luogo che sta particolarmente a cuore ai cittadini. Come dimostrano le 17mila firme del referendum di dieci anni fa. Anche allora l’idea era quella di costruire un albergo nel parco.

Da qualche tempo è stato costituito il Coordinamento Cardeto libero, che di firme ne ha già raccolte oltre tremila. Le decine di persone che ieri partendo dal Comune hanno raggiunto il Cardeto, sfidando il caldo e magari rinunciando al mare, l’hotel proprio non lo vogliono, e sono pronte a lottare per impedirne la realizzazione. Pier Francesco Berardinelli, uno dei portavoce, spiega che «negli ultimi mesi abbiamo organizzato dei banchetti per informare i cittadini e raccogliere le firme. Chiediamo all’amministrazione comunale di fermare la procedura della variante urbanistica che consentirebbe di costruire l’albergo, e la invitiamo a portarne avanti uno di valorizzazione dell’ex caserma, attraverso il federalismo demaniale culturale. Chiediamo che si apra un tavolo pubblico. Non vogliamo che una parte del polmone verde di Ancona sia sottratto ai cittadini». Al comitato temono anche la ‘perdita di controllo’ da parte del pubblico nei confronti del privato. «Il Comune, una volta concessa la variante, non si interfaccerebbe direttamente con i privati, i quali invece si rivolgerebbero alla società ministeriale Invimit».

L’ex consigliere comunale Nicola Sciulli teme addirittura che sotto ci sia qualcos’altro. E spiega: «Solo per l’acquisto e il recupero dell’immobile serviranno dieci milioni. E poi, per la gestione? Ancona non è Firenze o Venezia. Non è che poi cambierebbero la destinazione d’uso, come successo per il Metropolitan? E si rischierebbe anche di avere per anni un cantiere in mezzo al parco. Questo è un progetto non solo fuori luogo, ma anche insostenibile, campato per aria. E’ una bufala».

Loretta Boni, che dopo aver lottato per tutelare l’ex colonia dei mutilatini di Portonovo ora fa altrettanto per il parco, ricorda che «in Comune continuano a dire che il progetto dell’hotel è possibile, e che con le risorse ottenute si potrebbe sistemare l’altra parte del Cardeto. Ma non si vendono così pezzi del nostro territorio». Concorda Andrea Quattrini dei 5 Stelle: «Le risorse si ottengono in altri modi, ad esempio con i bandi, non vendendo ai privati un’area ricca di valore storico e naturalistico. Il parco è un gioiello da preservare».