Ancona, gli tolgono la pensione: “Lei è morto“. Ma è un caso di omonimia

Incubo burocratico per un 80enne pensionato: “Ci vorranno mesi per riavere la pensione“

Mario Pastori, 80 anni, scambiato per un morto. L’Inps gli ha chiesto indietro la pensione

Mario Pastori, 80 anni, scambiato per un morto. L’Inps gli ha chiesto indietro la pensione

Jesi (Ancona), 23 febbraio 2017 - «Mi hanno bloccato la pensione e il prestito chiesto per le mie sorelle disabili e così sarà fino a che lo Stato non avrà la dimostrazione che sono vivo. Ecco questo è il mio ‘certificato di esistenza in vita’ appena fatto all’anagrafe, ma ci vorranno mesi per tornare realmente a essere Mario Pastori, quello non deceduto».

Situazione kafkiana quella che si è trovata a vivere in queste ore un 80enne jesino, vedovo, ex segretario scolastico, maestro di bridge e per una decina d’anni consigliere comunale. Nei giorni scorsi ha ricevuto a casa una lettera in cui la società di Milano che si occupa del suo prestito chiesto l’anno scorso per aiutare le sorelle anziane e disabili a pagare la retta della casa di riposo, chiede agli eredi il suo certificato di morte.

Lui, vivo e vegeto, sgrana gli occhi. Appena si riprende realizza che lo Stato lo considera morto il 17 gennaio scorso, tanto da avergli bloccato la pensione e cancellato il codice fiscale. «Cari eredi inviateci il certificato di morte di Mario Pastori per avviare la copertura assicurativa del prestito per premorienza», il succo della lettera ricevuta nei giorni scorsi da Pastori.

«Prima mi sono fatto una gran risata – racconta lui ironico ma provato .– Ho pensato ad un errore, ma poi già dai primi contatti con gli uffici ho capito che la situazione era seria. Raggiunti gli sportelli Inps siamo risaliti al fatto che c’è un omonimo, mio concittadino di due anni più giovane di me, che tra l’altro conosco ed è deceduto lo scorso mese al pronto soccorso di Jesi. Il certificato di morte inviato dal medico all’Inps – spiega ancora – riportava non il codice fiscale del deceduto ma il mio. E questo è stato così inserito nel cervellone centrale al posto del Mario Pastori realmente deceduto. Ora sono un fantasma che deve dimostrare di essere resuscitato. Ho appena fatto il ‘certificato di esistenza in vita’, mai avrei pensato a una cosa del genere. Il tutto da corredare di marche da bollo e siamo già a 100 euro».

L’80enne vedovo, tramite cessione del quinto della pensione aveva chiesto un prestito di 15mila euro a Nuova Banca Marche per poter sostenere le spese, visto che la sua pensione da ex segretario scolastico non bastava anche per aiutare le due sorelle di 95 e 83 anni a pagare la retta della casa di riposo che le ospita. Quel prestito riusciva a pagarlo tramite la cessione del quinto della pensione che però ora non ha più e non sa neppure quando riavrà.

«Mi è stata accreditata sul conto corrente, come ogni mese, il 2 febbraio la pensione – spiega ancora Pastori – ma me l’hanno richiesta indietro, perché percepita illegittimamente in quanto deceduto. Ora l’addetta Inps vedendomi vivo e vegeto davanti ai suoi occhi mi ha annullato la richiesta ‘per decesso non avvenuto’, ma nel frattempo non percepirò più la pensione. Dovranno rifare il codice fiscale e riattivare tutte le procedure dopo aver accertato che son ‘resuscitato’. Ma ci vorranno mesi. Anche gli uffici sono rimasti increduli, non era mai accaduto un caso del genere. Per fortuna Nuova Banca Marche mi ha concesso un fido per le spese, fino a che per lo Stato non tornerò di nuovo in vita».

«Ora cerco di prenderla con filosofia – aggiunge –. Per esempio oggi sono andato al supermercato dalla mia commessa preferita e le ho chiesto di correre ad abbracciarmi. Lei non capiva, le ho spiegato poco dopo: ‘E quando ti ricapita di abbracciare un morto?’. Poi le ho raccontato questa assurdità e non credeva alle sue orecchie».

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