Ponte chiuso dopo il crollo in A14, maxi protesta dei lavoratori della Baldini

Secondo Autostrade per l’Italia i mezzi della ditta di Osimo sono troppo pesanti per poter attraversare il cavalcavia a 200 metri da quello della tragedia del 9 marzo

Ponte chiuso dopo il crollo in A14, maxi protesta dei lavoratori della Baldini

Ponte chiuso dopo il crollo in A14, maxi protesta dei lavoratori della Baldini

Ancona, 18 aprile 2017 - Per tutto il pomeriggio di Pasquetta hanno protestato davanti all’ingresso dell’azienda in cui lavorano armati di maxi cartelli e striscioni. Non hanno bloccato il traffico già in tilt ma alcuni di loro si sono piazzati in mezzo alla Direttissima del Conero per distribuire agli automobilisti in coda volantini con le motivazioni di quella protesta che di certo non finisce con la mobilitazione di ieri. 

«Oggi siamo licenziati. Per non spendere soldi per le manutenzioni preferiscono costringere un’azienda storica a chiudere. Vergognatevi ladri e speculatori», c’era scritto su quei pezzi di carta e «Autostrade ridateci i nostro luogo di lavoro» campeggia ancora su uno striscione appeso tra due enormi ruspe. Alla fine di un braccio meccanico ieri come simbolo era appesa l’uniforme da lavoro. Adesso che la tragedia del crollo del ponte sull’A14 tra Camerano e Castelfidardo si è consumata, c’è una ditta «ostaggio» di una decisione presa post disastro.

I dipendenti dell’azienda Sandro Baldini, il centro frantumazioni lungo la Direttissima a Camerano, presente sul territorio da più di quarant’anni, protestano perché non possono attraversare con i loro mezzi l’unico ingresso. Secondo Autostrade per l’Italia, precisamente la direzione del settimo tronco Pescara, i loro mezzi sono troppo pesanti per poter attraversare il ponte dell’autostrada a duecento metri dall’altro crollato il 9 marzo. 

Il problema vero è che quello è il loro unico accesso. Il titolare si è già mosso per vie legali e a fine maggio dovrebbe esserci la sentenza. «Vietare l’accesso vuol dire mettere sul lastrico le persone che lavorano alla Baldini e far chiudere la nostra azienda – gridano in coro i quindici dipendenti tra i 23 e i 58 anni -. Chiediamo a gran voce il collaudo del ponte per dimostrare ciò che noi già sappiamo e cioè che è idoneo come lo è sempre stato al passaggio dei mezzi che ci permettono di lavorare. L’azienda, in controtendenza con il periodo storico, è un’impresa sana con molti lavori presi da iniziare e consegnare».

Uno dei dipendenti, Simone Paoletti, aggiunge: «Malgrado la crisi che ha colpito l’edilizia la ditta ha molto lavoro tanto che negli ultimi sei mesi ha assunto due persone. Questa cosa quindi ci danneggia tantissimo. Siamo sicuri che il ponte gode di ottima struttura e comunque basterebbe un semplice collaudo da parte della società Autostrade per fugare ogni dubbio. Secondo noi il crollo sarebbe un’eventualità impossibile da verificarsi». Su Facebook intanto è nato il gruppo «Il ponte dei desideri» per tenersi aggiornati sulla questione e informare chiunque della situazione.