'Spese pazze' alla Regione Marche, 66 indagati: si facevano rimborsare pure lo yogurt

Chiuse le indagini, due legislature nel mirino. C’è anche Spacca L'elenco con i nomi degli indagati

Spacca e Solazzi

Spacca e Solazzi

Ancona, 12 febbraio 2015 – Persino le sigarette, il caffè, la spesa al supermercato: è quanto si sarebbero fatti rimborsare alcuni consiglieri regionali delle Marche dai rispettivi gruppi consiliari, facendo pesare sui fondi pubblici anche gli acquisti più banali, pur dall’alto della loro indennità. Spese che la Procura di Ancona considera non giustificate o comunque non attinenti all’attività istituzionale. Emerge un quadro a tratti avvilente dalle 111 pagine di avviso di chiusura delle indagini notificato ieri a 66 persone nell’ambito dell’inchiesta sulle Spese pazze del Consiglio regionale marchigiano: destinatari 61 politici tra consiglieri ed ex, oltre a 5 funzionari addetti alla contabilità dei gruppi. Il periodo finito sotto la lente della Procura, che ha chiuso l’inchiesta sulla base delle indagini certosine della Guardia di Finanza, è quello che va dal 2008 al 2012, a cavallo tra l’ottava e la nona legislatura. 

In due anni e mezzo le Fiamme gialle hanno passato al setaccio scontrino per scontrino e le accuse mosse agli indagati vanno dal peculato al concorso in peculato, mentre per l’assessore Paola Giorgi l’accusa è di truffa: avrebbe dichiarato di abitare fuori Ancona per ottenere maggiori rimborsi chilometrici, oltre 3mila euro nel 2010 e 5.500 euro nel 2011. 

Nessuno si salva dallo tsunami giudiziario, che potrebbe influire sulla imminente campagna elettorale: anche il presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca (in odore di candidarsi per la terza legislatura con ‘Marche 2020’) e il presidente del Consiglio Vittoriano Solazzi sono tra gli indagati, così come il segretario regionale del Pd Francesco Comi, l’ex vicepresidente della Giunta Paolo Petrini (ora deputato Pd), ma anche nel centrodestra Giacomo Bugaro (vicepresidente del Consiglio) e l’allora presidente del gruppo Pdl Francesco Gentiloni Massi Silveri

Ne escono indenni l’attuale vicepresidente della Giunta Antonio Canzian e l’assessore esterno Pietro Marcolini (in corsa per le Primarie del Pd), oltre al consigliere Pd Letizia Bellabarba, entrata in Consiglio nel 2013 quindi in un periodo successivo a quello preso in esame dall’inchiesta. 

Tra le spese contestate a gran parte dei gruppi consiliari, quelle per il ristorante: spesso le cene, per due o più persone, sono state consumate in giorni festivi (difficile quindi dimostrarne l’attinenza con l’attività istituzionale) o in occasione di onomastici e compleanni degli stessi consiglieri e dei loro familiari. Allo stesso Spacca vengono contestate spese per ristorazione non giustificate con ospiti estranei all’amministrazione regionale, o con un familiare in un paio di date, coincidenti con onomastici e compleanni. Al governatore viene anche contestato di aver addebitato al gruppo la spesa per mandare sms sul sito Aruba. 

A Mirco Ricci, capogruppo del Pd, vengono contestate anche spese spicciole, come i 21,71 euro per l’acquisto di yogurt, vino San Crispino, Philadelfia, limoni sfusi acquistati al supermercato. Tra i rimborsi contestati, anche in questo caso, alberghi, ristoranti, software. Pranzi ‘galeotti’ anche per l’allora capogruppo del Pdl Francesco Gentiloni Massi Silveri, ora Ndc, compresi 600 euro per 30 persone in un ristorante di Agugliano.