Calci e pugni durante la ‘poco’ amichevole partita di calcio

La lite tra giocatori di Filottranese e Castelfidardo, gli allenatori: «Pace fatta»

Calcio (foto d'archivio)

Calcio (foto d'archivio)

Filottrano (Ancona), 29 agosto 2016 - Calcio d’agosto e senza punti, ma la violenza non manca neanche sotto il solleone. Episodi spiacevoli si sono registrati sabato a Filottrano, nell’amichevole tra la Filottranese prima squadra e il Castelfidardo juniores. Scontri di gioco duri già nel primo tempo, poi a metà ripresa qualche parola di troppo e provocazione ed ecco la manata di un giocatore della Filottranese all’avversario a palla lontana. Da lì nasce un parapiglia prolungato.

«Giocatori biancoverdi oltretutto minorenni aggrediti a calci e pugni dalla squadra locale, tanto che abbiamo deciso di ritirare la squadra. Anche perché nella ripresa non arbitrava nessuno visto che il dirigente locale che ha diretto il match nel primo tempo nella ripresa non se l’è sentita di continuare» scrivono sui social e raccontano al telefono i dirigenti fidardensi. Il mister del Castelfidardo, Giorgio Pantalone su Facebook scrive: «Il calcio deve intendersi come gioco, dove il più umile, determinato e organizzato ha la possibilità di prevalere. Grandi, primi a dare l’esempio dovete essere voi, invece l’abbiamo dato noi non accettando provocazioni e violenze».

Ieri mattina il chiarimento: «E’ tutto risolto – fanno sapere dalla società del Castelfidardo-. Oggi (ieri, ndr) sono arrivate per telefono le scuse da parte del presidente della Filottranese Giorgio Baleani per il comportamento poco sportivo di alcuni giocatori, telefonando al nostro presidente Franco Baleani e al direttore generale Giacomo Quagliardi. Le accettiamo, auspicando che certi comportamenti non si verifichino mai più». Da parte della Filottranese interviene mister Marco Giuliodori. «Ho già parlato alla squadra a caldo. Sono cose che non devono succedere e la mezza manata del nostro giocatore all’avversario non è giustificabile. Non dobbiamo cadere in tali provocazioni. Però i miei ragazzi hanno raccontato anche di continue provocazioni da parte degli avversari. Ai miei tempi c’era molto più rispetto. Non esisteva che un ragazzino di 17-18 anni prendesse in giro persone di 30-40 anni. Ciò, ripeto, non giustifica la reazione».