Fabriano, spari all’aquila reale per difendere le galline

Denunciato un 79enne di Rocchetta: ora rischia maxi multa e fino a 18 mesi di carcere

L’ARMA SEQUESTRATA Il fucile trovato in casa dell’allevatore di polli dai carabinieri forestali: è quello usato per uccidere l’aquila

L’ARMA SEQUESTRATA Il fucile trovato in casa dell’allevatore di polli dai carabinieri forestali: è quello usato per uccidere l’aquila

Fabriano (Ancona), 31 agosto 2017 -  E' il proprietario di un pollaio, preoccupato per i suoi animali, ad aver sparato all’aquila reale. Secondo la ricostruzione dei carabinieri forestali a ferire gravemente il giovane aquilotto sarebbe stato un 79enne di Rocchetta nei confronti del quale è appena scattata la denuncia che potrebbe costargli un’ammenda fino a 30mila euro e una pena fino a 18 mesi di reclusione. Gli investigatori sono convinti di aver trovato il responsabile dell’atto che ha suscitato unanime censura, al culmine di una fase investigativa incentrata sulla ricerca delle munizioni e di alcuni tipi di fucili. Ben presto – le indagini erano scattate dieci giorni fa – si è ristretto il campo agli abitanti possessori di determinate armi e l’attenzione è caduta sull’anziano, residente vicin all’altra frazione di Albacina dov’è stato rinvenuto l’aquilotto ferito. All’interno dell’abitazione perquisita i carabinieri hanno recuperato il fucile e perfino il proiettile che, stando ai militari, sarebbero stati utilizzati dall’anziano cecchino per impallinare il rapace di pochi mesi di vita.

NON È STATO possibile per ora effettuare gli esami balistici in quanto diversi pallini di piombo sono ancora presenti nel corpo dell’aquilotto, ma i militari hanno riscontrato la totale compatibilità delle munizioni con quella che ha centrato l’animale. Intanto le condizioni del piccolo esemplare maschio di aquila reale – attualmente custodito a Genga nella voliera del Wwf – continuano a registrare un costante miglioramento. «Contiamo – afferma il delegato regionale del Wwf, Jacopo Angelini – di liberare l’aquilotto la prossima settimana, anche perché ha effettuato i primi voli dimostrando di essere in recupero. Stiamo cercando un apparecchio tecnologico da applicare sul corpo del rapace in modo tale da poter controllare quotidianamente a distanza il suo volo per capire se riuscirà a ricongiungersi con i genitori (unica coppia di aquila reale presente in provincia, ndr) che lo stanno cercando. La liberazione avverrà nel territorio del Parco nella zona della nidifcazione».

E proprio il rapace salvato dopo l’impallinamento è diventato una sorta di mascotte vivente del Parco, tanto che in occasione della presentazione delle celebrazioni per il ventennale dell’area protetta lo stesso Angelini, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e gli altri relatori si sono presentati indossando con sentito orgoglio la t-shirt celebrativa con la foto dell’aquila e la scritta «Vola libera al di sopra di noi tutti».