Telefonate mute al 113 intasano il centralino, presa la stalking dei poliziotti

La donna, residente a Genga, aveva sfidato le forze dell’ordine. “Non mi prenderete mai”

Continue telefonate (foto d’archivio)

Continue telefonate (foto d’archivio)

Fabriano (Ancona), 29 dicembre 2016 - Olte duecento chiamate al 113 in due giorni, telefonate mute intervallate ad un certo punto da alcune in cui una voce femminile sfidava i poliziotti: «Tanto non riuscirete a beccarmi». E ancora: «Non mi troverete». Ma gli agenti, avviate le indagini scoprono l’autrice dello ‘stalking’ al commissariato e le piombano in casa, a Genga, per sequestrarle il telefonino utilizzato per le chiamate moleste e denunciarla dopo l’identificazione. Le sue continue telefonate anche notturne al 113, di fatto hanno bloccato la linea d’emergenza del commissariato, causando l’interruzione di pubblico servizio, reato di cui ora la donna sarà chiamata a rispondere. Si tratta di una 43enne single, italiana residente a Genga.

E’ stata anche segnalata al centro di igiene mentale dell’ospedale Profii di Fabriano oltrechè denunciata per interruzione di pubblico servizio appunto. Le sue chiamate non motivate da richieste di intervento e mute di fatto costringevano il poliziotto a chiedere ripetutamente chi fosse dall’altro capo del telefono, non potendo escludere si trattasse di persona in difficoltà che non riuscisse nemmeno a parlare. Nulla di tutto ciò si è scoperto poi, una volta che la voce femminile dall’altro capo del telefono ha iniziato la ‘sfida’ a non essere scoperta. Le indagini del commissariato, guidato dal vicequestore aggiunto Michele Morra, proseguono anche per scoprire le ragioni delle chiamate a raffica al centralino di emergenza.