Terremoto, i vigili del fuoco: "Salvi grazie all'ora solare"

Sono in 140 e da due mesi combattono contro il sisma nelle zone più colpite

Terremoto, l'impegno dei vigili del fuoco di Ancona

Terremoto, l'impegno dei vigili del fuoco di Ancona

Ancona, 1 novembre 2016 - Da due mesi, dal 24 agosto, vivono e lavorano con la terra che continuamente trema sotto i piedi. Hanno escogitato un personalissimo sismografo fatto da una bottiglia riempita d’acqua che segnala i movimenti tellurici. Sono i vigili del fuoco del comando provinciale di Ancona che ormai da oltre sessanta giorni sono impegnati giorno e notte nelle zone terremotate. Circa 140 uomini che con i loro mezzi si sono messi a disposizione dei loro «fratelli» marchigiani con turni massacranti e mettendo a rischio la loro stessa vita. E l’ultima tremenda scossa di domenica mattina ha messo a dura prova anche loro. A raccontarci lo scenario in cui operano, alcuni aneddoti di queste lunghe settimane di lavoro il funzionario Fabrizio Mancini tra i primi ad arrivare ad Arquata del Tronto il 24 agosto.

FABRIZIO Mancini, sono passati oltre due mesi dal 24 agosto e adesso sembra di essere tornati indietro nel tempo dopo tanto lavoro fatto dai vigili del fuoco nelle zone terremotate...

«La terrificante scossa di domenica ha forse intaccato la speranza di ripresa che iniziava a vedersi, ma sicuramente non ha bloccato il lavoro dei soccorritori».

Possiamo dire che i suoi colleghi che due giorni fa erano ad Arquata del Tronto sono vivi per miracolo?

«Sono salvi grazie all’ora solare. Ogni mattina alle otto inizia il primo turno con le squadre che arrivano nei vari cantieri dove siamo impegnati in particolare per liberare dalle macerie e mettere in sicurezza la viabilità. Erano sui mezzi quando c’è stata la grande scossa. Se non ci fosse stato il cambio di orario si sarebbero trovati già suoi luoghi di lavoro e i crolli li avrebbero potuti travolgere. Ma anche questo fa parte del nostro lavoro».

Lo mettete sempre in conto?

«Certo. Ne siamo consapevoli e per questo cerchiamo sempre di muoverci con gli occhi rivolti a 360 gradi per verificare eventuali pericoli. Ma questo non avviene solo nelle grandi tragedie. Anche durante un incidente stradale se un’auto è alimentata a gas e non lo sappiamo può esplodere».

Senta, lei ha conosciuto questo ‘lungo’ terremoto sin dall’inizio: cosa ha trovato al suo arrivo ad agosto?

«E’ stato un impatto incredibile. Siamo giunti al campo sportivo di Arquata per organizzare il campo e abbiamo trovato intere famiglie che ci aspettavano. Ho visto una grande sofferenza piena di compostezza e semplicità. Ci chiedevano se davano fastidio mentre lavoravamo. Un coraggio incredibile nell’affrontare la tragedia anche se bloccati dalla paura. Guardi, come soccorritore posso dire che più che dare in questi momenti si riceve tantissimo da queste persone».

Dopo l’ultima scossa il vostro lavoro è andato perso?

«Devo dire che quelle strutture che avevamo puntellato sono ancora in piedi. Per il resto ad Arquata, dove siamo localizzati fuori dalla nostra provincia, non c’è più nulla, solo il castello. Quello che c’era da recuperare dalle abitazioni prima di due giorni fa lo avevamo fatto, adesso restiamo in attesa di capire come procedere».

Come è dislocato il personale dei vigili del fuoco anconetano?

«Da ieri l’intero gruppo è stato collocato ad Arquata mentre fino a domenica otto unità erano anche nel Maceratese. In tutto in provincia di Ascoli ci sono una quarantina di pompieri. Nell’Anconetano, invece, sono operativi un centinaio di vigili del fuoco dei quali 45 nel Fabrianese».

Mancini, quali sono le immagini che porta con sè di questa tragedia?

«La serenità e capacità di affronatre la sofferenza di tante persone. Ma anche l’avvio della scuola con il sorriso dei bambini che ricevevano i regali e la grande forza d’animo delle maestre. Se mi consente anche un’altra cosa».

Prego.

«Un pensiero anche ai tanti colleghi, ragazzi eccezionali e sempre pronti che con forza e determinazione aiutano le persone in difficoltà».